martedì 28 giugno 2022

CITTÀ VISIBILI. IL LIBRO DI EDI LAZZI IN DONO ALLA BIBLIOTECA DI TROFARELLO

Oggi, martedì 28 giugno 2022, l'associazione Movimento dei Cerini APS ha donato alla Biblioteca Lelio Basso di Trofarello il libro di Edi Lazzi: Buongiorno lei è licenziata (Edizioni Gruppo Abele, 2021), consegnandolo all'Assessore Paola Bertelle
 
L'Assessore Paola Bertelle riceve il libro
Si tratta di una raccolta di dieci interviste ad altrettante donne,sindacaliste e iscritte Fiom CGIL, che hanno vissuto negli anni scorsi la perdita del lavoro a causa di gravi crisi aziendali e lotte per il posto di lavoro che non hanno purtroppo evitare l'epilogo della chiusura.

È una narrazione in presa diretta sulla deindustrializzazione di Torino negli ultimi venti anni e sulle conseguenze pratiche che la mancanza  di una strategia di rilancio del territorio può avere sulle famiglie, sulle persone. Sulle donne, in particolare.

Il libro è stato al centro del primo incontro di Città Visibili, lo scorso 3 maggio, ospite proprio l'autore, il segretario della FIOM di Torino, Edi Lazzi. In una serata che portava lo stesso titolo del libro: "Buongiorno, lei è licenziata".
Dato che la storia che si racconta è la storia anche del nostro territorio, ci è sembrato importante mettere questo testo a disposizione di tutti, regalandolo alla biblioteca pubblica. Adesso dunque una copià è disponibile.

Gli appuntamenti di CITTÀ VISIBILI riprenderanno a settembre e proseguiranno per tutto l'autunno. Seguiteci su www.movimentodeicerini.it.

domenica 26 giugno 2022

30 ANNI DOPO: SERVE UN PASSO AVANTI ANCHE SULLA CITTADINANZA

Nei prossimi giorni (il 29/6 per la precisione), il Parlamento inizierà la discussione in aula di un progetto di legge che punta a riformare le regole relative all'acquisizione della cittadinanza da parte di chi non la possiede "di diritto"  alla nascita.

Il disegno di legge è noto come DdL Brescia (dal nome del suo relatore, Giuseppe Brescia (M5S) Presidente della Commissione Affari Istituzionali della Camera), ma il titolo completo è: Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza ed ha iniziato il suo iter parlamentare  il 23 marzo 2018 (primo firmatario Laura Boldrini), proprio all'inizio di questa legislatura.

             (Ius Scholae spiegato in un minuto. Fonte: La Provincia Pavese)

Con l'esame in Commissione Affari Costituzionali il testo ha condensato diverse proposte di legge sullo stesso tema ed è stato "asciugato" al massimo, per concentrare la norma sui punti essenziali; chi è interessato può leggere qui una breve scheda di sintesi, tratta dagli atti della Camera.

CIò che segue è  invece il "cuore" di quel che potrebbe essere il nuovo provvedimento, se la discussione in aula riuscirà a condurne in porto l'approvazione entro la fine della legislatura.

 "Il minore straniero nato in Italia o che vi ha fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia e che, ai sensi della normativa vigente, abbia frequentato regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno cinque anni, uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale, acquista la cittadinanza italiana. La cittadinanza si acquista a seguito di una dichiarazione di volontà in tal senso espressa, entro il compimento della maggiore età dell’interessato, da entrambi i genitori legalmente residenti in Italia o da chi esercita la responsabilità genitoriale, all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore, da annotare nel registro dello stato civile. Entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, l’interessato può rinunciare alla cittadinanza italiana se in possesso di altra cittadinanza."  

La squadra dell'Afro-Napoli United
La legge vigente è del 1992 (leggi qui il testo del d.d.l, comparato alla norma del 1992); da allora l'Italia è molto cambiata, anche dal punto di vista demografico. La presenza diffusa di ragazzi "di seconda generazione", ma privi di cittadinanza e di riconoscimento proprio negli anni decisivi della loro formazione scolastica è una realtà che alimenta ingiustizie e di conseguenza tensioni.  Talvolta purtroppo anche violenza. 

E' giusto e necessario quindi porre rimedio. Ed é anche sensato ritenere che sia proprio la formazione scolastica a "fare" ed integrare gli italiani, come del resto è già avvenuto in fasi precedenti della storia del nostro paese, sia nei primi decenni della storia unitaria, sia con i grandi flussi migratori dei decenni successivi alla seconda guerra mondiale. 

Il riconoscimento dei giovani italiani nati e cresciuti in Italia, che hanno studiato nelle scuole italiane e parlano la lingua italiana, ma che hanno origini esterne allo "stivale", è ostacolato da una legge "difensiva" nata 30 anni fa in un contesto completamente diverso mentre, allo stesso tempo, persone che hanno i nonni o i bisnonni nati in Italia  possono ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana anche se risiedono altrove e non parlano italiano.

Un concorso per insegnanti. Fonte: Il Mattino.it

Ma la scuola italiana é attrezzata per il compito che  sta di fatto svolgendo e che ora anche il Legislatore potrebbe riconoscerle?

Con il DEF 2022 il Governo ha stabilito di abbassare la spesa pubblica per la scuola dal 4% al 3,5% entro il 2025. Per chiarezza, si tratta di 15 miliardi di euro in meno, all'anno, per i prossimi tre anni; partendo da una spesa già più bassa della media europea, che si attesta al 4,7% del PIL (con punte oltre il 6% come in Svezia e Danimarca). Non è un segnale incoraggiante. 

Ci sono poi problemi "di struttura" per così dire. L'insegnamento dell'italiano come lingua seconda a studenti stranieri segue metodologie e strumenti diversi dall'insegnamento dell'italiano come lingua madre; tanto che esiste una classe di concorso apposita (A023). Ma gli insegnanti che hanno ottenuto il ruolo in questa classe e hanno queste competenze possono insegnare solo nei Centri Provinciali per la Formazione degli Adulti (CPIA). Gli altri devono affrontare il problema ricorrendo a formazioni specifiche e anche potenziando le loro capacità linguistiche nelle possibili lingue veicolari.


E ci sono, in aggiunta, dei problemi legati alle diseguaglianze sociali: la povertà non è omogenea e colpisce assai più duramente i ragazzi di origine straniera: le famiglie con minori e almeno un genitore straniero  che si trovano in condizione di povertà sono il 30% del totale, mentre per le famiglie con minori ed entrambi i genitori  italiani  questa percentuale si ferma intorno al 8%.

Quindi, per riassumere, la scuola disporrà nei prossimi anni di meno risorse,  per rispondere alle difficoltà linguistiche e materiali dell'integrazione.    

A livello locale una possibilità di risposta  a questi problemi è data dall'utilizzo di strumenti come i Patti educativi di Comunità, che aiutano gli istituti scolastici a "fare rete" per avere accesso alle competenze e alle risorse del terzo settore, del volontariato sociale e delle istituzioni disponibili sul territorio e anche, che non guasta, ad accedere a risorse economiche dedicate. Ma per farlo è fondamentale conoscere la dimensione e le coordinate della questione: quanti sono i ragazzi con questo tipo di  bisogno educativo? Quali sono i bisogni formativi degli insegnanti? Di che supporto possono avere bisogno le famiglie? 

Come Movimento dei Cerini APS, nel quadro di CITTA' VISIBILI ci occuperemo nel prossimo autunno dei Patti Educativi di Comunità, in un incontro previsto il 3/10, presso il Centro Marzanati a Trofarello, al quale interverranno Andrea Morniroli e Alessia Zabatino del Forum Diseguaglianze/Diversità e Piera Comba, insegnante, che durante il suo mandato come Sindaco di Barge ha attivato un Patto Educativo di Comunità proprio per rispondere a problematiche di questo genere.  


mercoledì 22 giugno 2022

ANTIMAFIA 30 ANNI DOPO: CI VUOLE UN CAMBIO DI PASSO


Don Ciotti, Campus Einaudi, Torino 21/6/2022

Ieri, martedì 21/06/2022, sono andato ad ascoltare la lezione inaugurale del quarto modulo del "Master Antimafia e Anticorruzione APC", (per approfondimenti sul master, leggi qui), nella sala Lauree del Dipartimento di Politiche Culture e Società, presso il  Campus Einaudi dell'Unito.

La lezione inaugurale è stata in effetti una conversazione ricca e appassionante fra 4 testimoni di rilievo di questi ultimi 30 anni di storia italiana (anche al di là della questione mafia/antimafia): 

Rosy Bindi, già Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Enrico Deaglio, giornalista e scrittore il cui ultimo libro tratta proprio del lunghissimo depistaggio relativo alla strage di via D'Amelio; il prof. Rocco Sciarrone, sociologo dell'Università di Torino e fra i maggiori studiosi del fenomeno mafioso e infine Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, una vita spesa per la giustizia sociale e la lotta alla corruzione e alle mafie. Il tutto condotto da una moderatrice di rilievo come Elena Ciccarello, direttrice responsabile de "La Via Libera" la rivista di approfondimento edita proprio da Libera.

Il video non include i primi due interventi, in collegamento remoto, di Rosi Bindi e di Enrico Deaglio . Comprende però quelli del Prof. Sciarrone (dal minuto 01 al minuto 22) e di Don Luigi Ciotti (dal minuto 22,30 a 1:12:00), oltre alle successive osservazioni di Elena Ciccarello , Rosi Bindi e Enrico Deaglio. (Potete comunque visionare qui il video originale dell'intera tavola rotonda, curato dal Dipartimento di Culture Politiche e Società, mentre qui, invece,  trovate il post istituzionale della pagina FB del Master in Antimafia e Anticorruzione).


La discussione ha messo in luce che, trent'anni dopo le stragi del 92, con tutto quel che di buono è stato fatto, soprattutto - come argomenta il Prof. Sciarrone -  avere assicurato la costruzione sociale della mafia come "male",  il contrasto deve fare un salto di qualità, non riesce più a reggere la battaglia col passo di questi anni. 

Si è anche rilevato che manca nella memoria collettiva e nel discorso pubblico la connessione storica fra le stragi di mafia, tangentopoli e gli sviluppi politici del passaggio alla cosiddetta "seconda repubblica".

Ed è stata evidenziata l'anomalia del depistaggio relativo alle indagini per la strage di via D'Amelio, una colossale opera di occultamento della verità organizzata e perseguita in modo professionale da funzionari di alto profilo dello stato e durata tre decenni. Per queste ragioni appare più che mai essenziale "politicizzare" la questione, vale a dire passare dalla ricerca  della verità per via giudiziaria ad un'accertamento di carattere politico e storiografico. Dalla legalità alla costruzione di una memoria collettiva condivisa.

Alla "legalità" , insomma, bisogna sostituire una parola d'ordine più alta e più radicale. "Giustizia sociale" propone Don Ciotti. E non possiamo che concordare.

E bisogna interrogarsi, come venne fatto allora, su cosa si può fare di più. Cosa ciascuno può fare, di più.







RETTIFICA A: I QUADRI DI UNA (NON) ESPOSIZIONE A TROFARELLO

In merito al nostro post:"I quadri di una (non) esposizione a Trofarello" riceviamo dalla sig.ra Rossana Bressanello di Geodis la richiesta di rettifica in merito a quanto scritto sulla qualità della conservazione dei quadri.

Nel sottolineare che questo spazio è il blog di una associazione, privo di qualunque periodicità, e non dunque in alcun modo una testata giornalistica, 
pubblichiamo comunque volentieri, come è giusto e secondo il diritto che Geodis ha di tutelare la propria immagine, la rettifica richiesta:


In riferimento all’articolo apparso online e di cui riportiamo il link a fine testo, Geodis si dichiara sorpresa per quanto pubblicato dalla testata, dove si insinua che le opere di cui trattasi, sarebbero state custodite non a regola d’arte ed in locali non idonei.

Contrariamente quanto diffuso presso i lettori nel seguente articolo, infatti, i locali erano perfettamente adatti al ricovero delle opere.

Tale adeguatezza è stata accertata nel corso del giudizio dal consulente tecnico d'ufficio prima e dal Tribunale di Milano poi, i quali hanno escluso ogni responsabilità della scrivente società in ordine ai danni occorsi, disattendendo le infondate tesi difensive proposte dall’Amministrazione e fatte proprie nell’articolo.

L
e informazioni riportate dalla testata sono, quindi, erronee, non trovano riscontro alcuno nei fatti e ledono la reputazione della società scrivente, leader mondiale nella gestione dei servizi logistici.

Vi invitiamo, quindi, a pubblicare la presente a rettifica, riservando ogni maggior diritto.

https://piazzaleuropa.blogspot.com/2022/06/i-quadri-di-una-non-esposizione.html?m=1


Grazie,

Rossana Bressanello

domenica 19 giugno 2022

PRIDE: TUTTI, OGNI GIORNO, MAI GIRANDOSI DALL'ALTRA PARTE

di: Elda Miriam Mantoani
 
Eravamo 150mila. Un numero enorme di persone che guardavano nella stessa direzione. Per visualizzare: piazza Castello, via Pietro Micca fino a piazza Solferino, stracolme di gente.
 
150mila cuori che battevano allo stesso ritmo, il ritmo di una musica che ieri ha portato un senso di libertà nel centro di Torino.
 
Esserci ad un corteo così partecipato e colorato, in particolare dopo la pandemia, ha generato dentro di me un mare di emozioni. 
 
Ero soddisfatta nel vedere tutte quelle persone mobilitarsi per la  Causa, dai bimbi piccoli ai più adulti.  
 
Ero felice di sentirmi libera di ballare, di cantare, e di parlare con chi capitava. Libera di essere. Orgogliosa di essere tra tutta quella gente.
Ieri Torino era una grande festa.
 
Ma il Pride non è solo festa. È un momento di lotta e deve essere ben chiaro a tutti che il riscatto vero ancora non c'è stato. Che la comunità che ieri è scesa in piazza a manifestare, a ballare e a cantare, ogni giorno vive nell'emarginazione e nella discriminazione. 
 
Che nessuno è libero finché ancora ci sono persone e popoli oppressi. Che la lotta per i diritti delle persone queer, lesbiche, bisessuali, trans e transgender, gay, aromantiche, asessuali, intersessuali, non binarie e tutte le sfumature che può avere l'esistenza di una persona, non finisce il giorno del Pride, ma si costruisce giorno dopo giorno, lottando, mobilitandosi e organizzandosi, e non girandosi mai dall'altra parte. 
 
Facciamo tutti parte di una sola comunità. 
Ognuno di noi deve lottare ogni giorno per conquistare i diritti di tutti.
 
 
 
 
  

MOVIMENTO DEI CERINI APS INCONTRA IL SINDACO DI TROFARELLO

 

Il 9 giugno abbiamo avuto un incontro col sindaco Stefano Napoletano. Un colloquio informale ma ricco di temi che avevamo chiesto per presentare la nostra associazione ed i progetti ai quali stiamo lavorando.

Alcuni dei temi trattati riguardano più da vicino il lavoro che vogliamo svolgere nei prossimi mesi sul territorio, mentre altri sono di carattere più ampio. 

Abbiamo poi formulato una sintesi del colloquio e l'abbiamo girata al Sindaco per essere trasparenti. Va detto che non è ancora riuscito a risponderci, per confermarci o meno di condividere la sintesi in tutte le sue parti.  Quindi prendete il documento per quel che attualmente è: la nostra versione del colloquio. Ma insomma, l'incontro è stato quello.

Comunque sia, se vi fidate, eccolo qui

TORINO PRIDE 2022. PER LA FELICITÀ, IL FUTURO, I DIRITTI

 

 
Torino Pride 2022, Piazza Castello

Abbiamo sottoscritto, come associazione di promozione sociale, il documento politico del TORINO PRIDE 2022 (leggi qui).

L'abbiamo sottoscritto perchè è coerente alla nostra visione del mondo. Un mondo in cui le libertà e i diritti si conquistano e si difendono insieme. Oppure, un po per volta, si perdono tutte e tutti.

E poi sabato 18 siamo stati al Pride, noi del Movimento Cerini APS, attraverso gli occhi e la voce di Miriam, la nostra socia fondatrice più giovane. 

E attraverso i suoi occhi ci ha restituito il senso di una festa, perchè è una festa quando tanta gente, tutta insieme, tutti unici e ciascuno differente, grida e canta la propria urgenza di libertà e di felicità. 

















sabato 18 giugno 2022

AAA CERCASI SPAZIO PUBBLICO, COMUNE, PROGETTATO E CONDIVISO.

Piazzale Europa, Trofarello, prima degli interventi del 2019
 

Lunedì 13 giugno al Centro Marzanati si è tenuto l'incoLunedì 13 giugno al Centro Marzanati si è tenuto l'incontro: LA PERIFERIA AL CENTRO, nel quadro del progetto CITTÀ VISIBILI. 

 Piero Vereni, professore di Antropologia Culturale dell'Università di Roma Tor Vergata ha raccontato le dinamiche e le relazioni fra istituzioni, comitati spontanei e associazioni del terzo settore che si sono intrecciate nella storia degli ultimi venti anni di un edificio rurale dismesso, un vecchio essiccatoio di tabacco dell'agro romano, circondato poi dallo sviluppo urbano di Tor Bella Monaca e infine recuperato ad un uso "pubblico" nei primi anni 2000.

Il Polo Ex Fienile di Tor Bella Monaca->
 
La conversazione si è snodata intorno al significato pratico dei termini "spazio comune" e "spazio pubblico". La necessità innanzitutto di conoscere a fondo, anche in modo qualitativo e partecipante, la struttura della popolazione, il tessuto associativo, i suoi bisogni ma anche la percezione diffusa dello spazio urbano. 
 
Inoltre è stato osservato che vi sono diverse modalità di "pensare" e usare lo spazio pubblico da parte delle realtà coinvolte. La modalità "centro" che tende ad isolare un "noi" locale molto stretto e definito, porta a contrapporre le esigenze di "quelli di qui" rispetto a qualunque altra istanza;  ma - per conseguenza - il "restringimento" della definizione della comunità locale finisce gradualmente per togliere a quello stesso "noi" le forze necessarie per mantenere viva nel tempo la propria azione. 
 
<- Piazzale Europa, inaugurazione dopo i lavori del 2019
 
È stato anche osservato che, soprattutto per le nuove generazioni, per effetto del diverso ambiente comunicativo in cui sono cresciute, il senso di comunità locale, seppure esiste, è qualcosa di radicalmente diverso da come si manifestava in precedenza e anche questo aspetto va indagato e conosciuto.
 
Pur nella consapevolezza delle grandi differenze fra lo spazio in oggetto, la periferia romana di Tor Bella Monaca e quello locale, trofarellese, è venuto spontaneo riflettere, fare dei paragoni e delle riflessioni;  usare - per così dire - questo materiale a disposizione per pensare il "noi".
 
Piazzale Europa, Trofarello, vista dall'alt
 Ad esempio, la storia recente dello spazio Ex Fornaci e dell'antistante Piazzale Europa è sembrata richiamare per diversi aspetti questa dinamica di spazio pubblico che fatica a diventare uno spazio comune, condiviso, nella percezione degli attori istituzionali coinvolti. 

Anche qui, una struttura architettonica e uno spazio urbano residuali di una vicenda economica e produttiva che appartiene al passato locale (la produzione di mattoni) sono stati "recuperati" da diversi interventi dell'amministrazione comunale, distanziati di circa venti anni e guidati da concezioni molto diverse della funzione e dell'uso dello spazio pubblico.

La presenza in sala di persone che hanno vissuto direttamente la vicenda dell'Associazione Spazio Ex Fornaci , la sua crescita e poi la sua progressiva crisi come spazio di organizzazione e protagonismo giovanile ha nutrito la conversazione di conoscenza diretta e partecipata della vicenda locale e ha alimentato l'interesse della discussione.
 
È sembrata evidente a tutti l'assenza di una mappa spaziale condivisa fra le amministrazioni comunali e le diverse identità politiche che si contendono l'amministrazione del territorio. (Su questo blog abbiamo già pubblicato, circa tre anni fa, un post sulla storia di Piazzale Europa)
 
Questo dato, che può apparire scontato, è in realtà una delle ragioni della difficile destinazione pubblica dell'area. Un altro dato rilevante "di contesto" è la particolarità urbanistica di Trofarello di non avere dei "centri" spaziali e sociali riconosciuti, dei poli consuetudinari ed evidenti attorno a cui la vicenda del paese si sviluppa. Anche questa, è stato osservato, è una circostanza che alimenta la difficoltà di trovare una destinazione condivisa degli spazi pubblici.
 
Il Dipartimento Culture Politiche Societò dell'UNITO
Ma è anche apparsa evidente la necessità di "conoscere" il territorio al di là di quel che serve per ricavarne consenso politico. Occorre cercare la collaborazione e la partnership, ad esempio, di enti di ricerca come Università o Fondazioni, per indagare in modo strutturato e scentificamente fondato le rappresentazioni dello spazio e della comunità locale nelle diverse fasce d'età. 
 
E serve con urgenza un progetto sulla memoria orale della vita associativa locale. 

Su queste basi potrebbe finalmente costruire, chiunque si trovi ad amministrare,  uno spazio pubblico davvero comune, progettato e condiviso.

venerdì 17 giugno 2022

TORINO PRIDE 2022 E' QUESTIONE DI FELICITA' E NON SI PUO' RIMANDARE.


Siamo orgogliosi anche noi che ci sia il TORINO PRIDE 2022.  Orgogliosi perché... lo dice, meglio di  noi e di chiunque altro, chi il TORINO PRIDE lo organizza. 
Per cui lo diciamo con le parole del Coordinamento Torino Pride GLBT:

"...Siamo persone queer, lesbiche, bisessuali, trans e transgender, gay, aromantiche, asessuali, intersessuali, non binarie e molto altro, infiniti siderali di galassie in movimento.

Siamo stanchә di avanzare un centimetro per volta, stanchә delle mediazioni al ribasso sui nostri corpi e sulle nostre vite e sulle nostre relazioni, stanchә di dover conquistare spazi sicuri di libertà e condivisione. 

Per questo scendiamo per le strade al grido di “Queer e ora!”.

Perché non è solo questione di diritti, di giustizia, di uguaglianza. È questione di orgoglio per le nostre identità, le nostre non conformità, che ci appartengono e vogliamo scoprire e abbracciare; è questione di rabbia, verso chi tenta di limitarci;

 è questione di felicità, che non vogliamo più rimandare. È questione di noi, e dovete averci a che fare.
"

ed è anche una questione di diritti, tanti, alcuni da difendere e molti altri da conquistare.

Leggete il documento politico del Pride! (lo trovate qui);  fa bene al cuore, perché rispecchia una comunità che non vuole lottare solo per i propri di diritti, ma dice a voce alta che ci si salva insieme, tutti

Movimento dei Cerini APS ha sottoscritto questo documento politico e sarà anche al Torino Pride! Sabato 18 giugno 2022, con gli occhi e con la voce di Miriam Mantoani che ci racconterà il corteo.

Si potrà anche seguire il Torino Pride con la diretta streaming


mercoledì 8 giugno 2022

I QUADRI DI UNA (NON) ESPOSIZIONE A TROFARELLO

J. Mirò, Aria, 1937

Il numero di questa settimana de "La Città di Trofarello" dedica molto spazio alla vicenda del risarcimento milionario a cui il Comune è stato condannato per il danneggiamento dei quadri di valore (circa 16 mln di euro) conservati (malamente) presso i sotterranei della logistica Geodis e finiti a bagno durante il disastroso temporale del luglio 2014.

Il tema è stato al centro del Consiglio Comunale della scorsa settimana. L'amministrazione ha lavorato per una via d'uscita dal problema che evitasse il dissesto economico del Comune, in attesa della sentenza d'appello. Ma la via d'uscita non è indolore e impegna il Comune stesso per 17 anni ad una rateizzazione pesante di circa 240.000 euro all'anno.  Il Sindaco rivendica giustamente il grosso sforzo fatto per evitare il commissariamento e anche il pre-dissesto del Comune. 

<- Jean Fautrier, Testa di ostaggio, 1944

 Le opposizioni gli ricordano altrettanto giustamente che non si può sorvolare sulla responsabilità di non avere provveduto ad accantonare le cifre necessarie a coprire il pericolo di soccombenza nella causa, un pericolo che era noto all'amministrazione precedente sin dal 2017. E dato che molti membri dell'attuale squadra avevano ruoli di rilievo anche nella precedente, le responsabilità della passata amministrazione si riverbera inevitabilmente su quella attuale. Tegola sì, insomma, come dice il sindaco, ma è una tegola che volteggiava in aria da  almento 5 anni: si poteva almeno vederla arrivare.

Siamo impressionati, dobbiamo dirlo; impressionati come Musorgskij nel 1874 davanti ai quadri dell'amico Hartmann appena morto ma, a differenza sua, noi siamo colpiti dall'assenza delle tele e non dalla loro vista

                          Alberto Burri, Combustione, 1957 ->

Siamo colpiti dal potere che queste opere avranno nel condizionare la vita dei cittadini trofarellesi  nei prossimi anni (alzando le tasse locali, le tariffe, impedendo servizi e iniziative) pur non esistendo nel loro immaginario e non essendo state non solo mai viste, ma neanche lontanamente immaginate o conosciute da maggiorparte degli abitanti di Trofarello.

Si tratta, secondo le fonti giornalistiche, di  35 tele di importanti maestri dell'arte informale e astratta del '900 europeo.  Nomi grossi come Joan Mirò, Jean FautrierAlberto Burri, Mario Sironi e Antoni Tapies, che  avrebbero dovuto trovarsi appese in gallerie e fondazioni, e invece no. Erano a prendere umido in uno scantinato di cemento. 

<- Mario Sironi, Paesaggio urbano con camion, 1920 

Se è vero che la bellezza può salvare il mondo, la sfortuna di Trofarello è forse proprio quella di avere avuto sul proprio territorio un tale patrimonio culturale, ma arrotolato e stipato, imballate come se si trattasse di merci qualunque. Stipate e arrotolate a tal punto che non sono risalite alla luce neanche nei nostri pensieri, neanche in questi mesi in cui la loro presenza è stata ben al centro del discorso pubblco trofarellese.

Antoni Tapies, Sovrapposizioni di materia grigia, 1961 ->

"I quadrI", così li abbiamo chiamati, come avremmo detto "i chiodi" oppure "i sacchi", senza incuriosirci oltre, dando per scontato e accettando il fatto che opere d'arte di maestri del '900 per un valore di 16 milioni di euro potessero legittimamente giacere in uno scantinato, esposte al possibile degrado, invece che trovarsi appese ai muri di qualche museo per stupire ed essere ammirate, generare cultura. 

Abbiamo accettato l'idea che, quando diventano merci, tutte le cose sono equivalenti e dunque che la legge dell'investimento e della speculazione può governare la vita sociale di un garage esattamente come quella di un'opera d'arte e, di conseguenza, può andare a danno di un'intera comunità per ragioni di diritto privato e di risarcimento. E questa idea ci è sembrata "naturale", indiscutibile. E' il mercato, baby.

<-- Joan Mirò, Il carnevale di arlecchino, 1925 

Questa forse è la nostra colpa, di spettatori  succubi e frettolosi in tutta la vicenda. Dobbiamo invece imparare a mettere in discussione le cose, soprattutto quelle che ci sembrano naturali e indiscutibili; soprattutto quando queste cose ci danneggiano, ci alzano la tariffa della mensa o ci tolgono libri per la biblioteca. 

Per questo abbiamo deciso di cominciare, nel nostro piccolo, restituendo idealmente un poco di visibilità  a quei quadri, perchè i quadri senza visibilità sono solo merci, commodities. E abbiamo scelto di farlo simbolicamente usando come illustrazioni di questo post alcune immagini di opere dei maestri coinvolti in questa brutta storia di periferia e logistiche umide.

FARLA CRESCERE LIBERA

 


Fra le prime cose che abbiamo scelto di fare dopo essere diventati associazione, c'è stata l'iscrizione della nostra APS a LIBERA la rete di associazioni contro le mafie e la corruzione nata dopo le stragi di mafia dei primi anni '90 e a cui largamente si deve l'esistenza di una legge sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie.
 

Pensiamo che oggi, per la nostra generazione, la Resistenza, la lotta per i diritti di tutti e contro le diseguaglianze, passi necessariamente dalla sconfitta delle mafie, della corruzione, degli scambi di favori, delle pratiche al limite della legalità ma disgustose e inaccettabili, dal sottobosco dei favori scambiati nei concorsi e negli appaliti, Nella sconfitta delle pessime pratiche che ci tengono lontani dal futuro che meritiamo,
 
Per questo siamo orgogliosi di mostrare il nostro "attestato" di iscrizione. Noi sappiamo da che parte stare. 
 
 
 
 

domenica 5 giugno 2022

SPARKS, LA NEWSLETTER DEI CERINI

SPARKS è la newsletter del Movimento dei Cerini APS. 

 Quello di lunedi 6 giugno è il primo numero. Ci troverete le novità, le idee, i progetti. 

Chi è socio la riceve via mail. 

Chi non è socio, ma è curioso, potrà leggerla compilando un modulo di contatto.

Tuttavia, per ora, siccome siamo gentili, anche i curiosi possono leggerla senza modulo, basta cliccare qui

Buona lettura

 

 


 


TRE CITTÀ PER LE FAMIGLIE. IL MOVIMENTO DEI CERINI PARTECIPA

 

L' Unione dei Comuni di #Moncalieri #Trofarello e #LaLoggia ha raccolto l’invito del Tavolo di Coordinamento regionale dei Centri per le Famiglie di collaborare alla stesura della CartaZeroSei e ha deciso a sua volta di farlo coinvolgendo la sua #comunità di riferimento, all'interno di una esperienza di dialogo, di ascolto e di proposta.

Il primo appuntamento è ⏰: lunedì 6 giugno, dalle 17 alle 20, a Moncalieri, al Centro Polifuzionale Don Piergiorgio Ferrero in Via Santa Maria 27 bis.

Movimento dei Cerini APS crede fortemente nelle procedure di progettazione partecipata e ha deciso di prendere parte a questo percorso.  Vi terremo informati!

Oltre alla
Unione dei Comuni di #Moncalieri #Trofarello e #LaLoggia 
danno vita al "tavolo territoriale" anche:
Casa Zoe
Storie cucite a mano
Cooperativa Frassati Onlus
Cooperativa Sociale Educazione Progetto
Moncalieri Comunità
MoncalierInforma Lavoro


SONO ARRIVATE LE TESSERE!

Sono finalmente arrivate le tessere ARCI del Circolo Movimento dei Cerini APS  

Lunedi 13/6 all Centro Marzanati, per la serata LA PERIFERIA AL CENTRO del ciclo CITTA VISIBILI, chi è gia iscritto a Movimento dei Cerini APS potrà ritirare la sua tessera ARCI. Chi non lo è  ancora potrà iscriversi e ritirarla subito. 

Altrimenti possiamo metterci daccordo diversamente. Scrivete sul gruppo wa “Movimento dei Cerini”, oppure via mail a: associazione@movimentodeicerini.it.

Perchè abbiamo scelto di affiliarci proprio ad ARCI?


 Perchè oltre a musica live, cinema, teatro e dibattiti, ARCI si spende in battaglie per i beni comuni, la legalità, l’ambiente, la cittadinanza e i diritti civili. ARCI ha le sue radici nei movimenti democratici che hanno ricostruito l’Italia dopo la sciagura del fascismo. ARCI è stato fra i fondatori di LIBERA ed  è parte della rete MAI PIÙ FASCISMI ed altre reti e campagne contro il razzismo ed a sostegno della parità di genere.

Insomma ci sentiamo a casa.