mercoledì 31 ottobre 2018

A Trofarello, l'inclusione sociale a tavola


28/10/2018, Oratorio San Giuseppe, Trofarello
Domenica 28 ottobre a Trofarello, comune di circa 11.000 abitanti nell'area metropolitana a sud di Torino, si è svolto un pranzo "inclusivo" che merita di essere raccontato.

Lo scorso febbraio,  un gruppo di trofarellesi sconcertati  dai fatti di Macerata;  sconcertati e spaventati si, ma anche decisi a fare qualcosa, ha cominciato a trovarsi per pensare a come rispondere - in pratica - alla marea montante di odio razziale e violenza che si stava (sta) propagando per il Paese.
La risposta è finalmente arrivata a marzo, con la decisione di creare un gruppo (che appunto prende il nome di "Gruppo !0 Marzo")  dedito ad organizzare iniziative concrete per favorire la coesione e l'inclusione sociale degli stranieri residenti sul territorio.
La prima concreta iniziativa è stata appunto l'organizzazione di un pranzo che ha coinvolto trofarellesi di diverse nazionalità e differenti regioni d'Italia, favorendo la conoscenza reciproca e anche creando un clima allegro, di festa.
Il pranzo si è tenuto nei locali dell'Oratorio San Giuseppe di Trofarello, grazie al convinto e generoso sostegno all'idea offerto dal parroco di Trofarello, don Sergio Fedrigo. Il tutto, merita di essere sottolineato, accuratamente lontano da clamori e da polemiche politiche, anche per favorire la tranquillità dei partecipanti stranieri, già di per se spaventati dal clima generale che si respira in Italia. Solo sul settimanale locale, "La Città di Trofarello", sono apparsi un articolo, accompagnato da un video sul sito del giornale stesso.

Il "pranzo inclusivo" è  stato, fa piacere dirlo, un vero successo. Ha visto la partecipazione di un centinaio di persone creando un’atmosfera di calda e piacevole. 
con le parole di Adriana Cortassa, una delle organizzatrici e partecipanti: 
"La giornata è iniziata come un laboratorio che ha visto protagonisti adulti e bambini nell’organizzare piatti tipici, ornati della bandierina del paese di provenienza, allegata ai relativi ingredienti. Il risultato è stato un trionfo di piatti: dalle orecchiette pugliesi al cous cous senegalese, dal riso el moro della Repubblica di Santo Domingo al chico balançado brasiliano. Sì, perché il nostro territorio dispone di risorse veramente eccezionali ed a noi sconosciute, ma se solo uniamo le nostre energie e le nostre competenze otteniamo un caleidoscopio di ricchezze, bellezze e di culture che si incrociano e si completano. Così non abbiamo bevuto solo acqua e vino, ma anche thé alla menta marocchino e KarKadé congolese, abbiamo assaggiato cibi piemontesi, come il classico antipasto ed i peperoni con la bagna caoda e polpette calabresi di Riace, acciughe al verde e melanzane alla parmigiana calabresi. I dolci sono poi stati la cornice di un puzzle variegato e profumato: il dulce de leche cubano accanto a tiramisu succulenti e torte farcite con panna o farina di nocciole. La macedonia poi aveva la pretesa di essere internazionale e le caldarroste di scaldare il cuore in una giornata di pioggia. "
La giornata ha lasciato tutti i presenti  con il desiderio comune di ripetere questa esperienza così significativa, coinvolgendo più persone, per allargare il "messaggio di unione, solidarietà e pace [...] in un periodo storico in cui sembrano dettar legge l’odio e la discriminazione: noi ci impegneremo sempre perché possa prevalere l’unione sulla disgregazione, la pace sulla guerra, l’amore sull’odio, perché crediamo con tutta la nostra forza, con tutti noi stessi, che gli uomini devono avere tutti gli stessi diritti." Sono sempre le parole degli organizzatori.

 E' davvero importante quello che è stato fatto: in risposta alle voci che continuamente soffiano sul fuoco delle paure, delle divisioni, dell'intolleranza, reagire sul piano della convivialità, dello stare insieme comebase per iniziare a conoscersi reciprocamente. Che è l'unico antidoto (la conoscenza) al razzismo e all'esclusione.

mercoledì 24 ottobre 2018

Carmagnola e la "vera" povertà

Carmagnola, Piazza Italia
Il 9 novembre 2016 il Sindaco di Carmagnola, Ivana Gaveglio (centrodestra), ha emesso un'ordinanza "Contingibile e Urgente" (la n° 35) che ordinava il divieto di accattonaggio nei pressi dei luoghi di culto, degli esercizi commerciali,  degli ospedali e case di cura, agli incroci stradali e nel restante territorio comunale, prevedendo, in caso di violazione, una sanzione amministrativa nella misura di € 100 "oltre al disposto dell’articolo 650 c. p."
Il provvedimento ha suscitato l'opposizione di varie associazioni di difesa dei diritti umani e, in particolare, le associazioni Avvocato di Strada e Karmadonne hanno sollevato un ricorso straordinario davanti al Presidente della Repubblica.
Secondo la procedura  che regola questo tipo di ricorso, vi è stata una relazione del Ministero dell'Interno, che ha giudicato l'associazione Avvocato di Strada legittimata a ricorrere mentre a rilevato un difetto di interese per l'altra associazione.
Vi è stato poi un parere (favorevole al ricorso) del Consiglio di Stato, emesso il 7/3/2018, che ha ammesso al ricorso solo Avocato di Strada, ma nel merito ha ritenuto fondato il ricorso per più di una ragione,due delle quali in particolare meritano di essere ricordate.

Intanto per lo strumento usato: l'ordinanza "contingibile ed urgente" il cui utilizzo "presuppone la necessità di provvedere in via d'urgenza con strumenti extra ordinem per far fronte a situazioni di natura eccezionale ed imprevedibile di pericolo attuale ed imminente per l'incolumità pubblica, cui non si può provvedere con gli strumenti ordinari apprestati dall'ordinamento (cfr. Cons. Stato, V, 8 maggio 2007, n. 2109)."
 In seconda battuta, ma non meno importante, perchè  “… la mendicità non invasiva, di per sé, non è in alcun modo una minaccia alla tranquillità pubblica ed all’ordine pubblico, in quanto tali beni non possono dirsi seriamente posti in pericolo dalla mera questua, che si risolve cioè in una semplice richiesta di aiuto (Corte Costituzionale, 28/12/1995, n. 519)” (Cons. Stato, Sez. I, parere n. 1544/2016 emesso nell’adunanza del 9 novembre 2016). Pertanto tale forma di richiesta di aiuto non può costituire oggetto di un provvedimento contingibile e urgente, per cui anche questo motivo merita accoglimento. "

Va detto che l'accattonaggio e la mendicità quando sono invasivi e molesti sono giò punibili, ad esempio chiedere in maniera insistente soldi può integrare il reato di "violenza privata" di cui all'articolo 610 c.p, mentre e utilizzare animali può rappresentarne una forma di maltrattamento penalmente rilevante ai sensi dell'articolo 544-ter c.p.  Inoltre di  la mendicità è un fatto largamente conosciuto e prevedibile, duqnue non è legittimo affrntarlo con lo strumento dell'ordinanza contingibile ed urgente, necessaria in casi di minaccia grave e imprevista per la salute e la sicurezza pubblica.


Esaminato dunque il parere del Consiglio di Stato, alcuni giorni fa il Presidente della Repubblica Mattarella ha accolto il ricorso, annullando l'ordinanza del Sindaco di Carmagnola, il quale ha commentato così:

E’ arrivata la comunicazione formale di ciò che già sapevamo. Il mio unico commento è che questa vicenda non deve essere strumentalizzata. La povertà vera si manifesta in altro modo e deve essere presa in carico: a Carmagnola, chi ha veramente bisogno viene accolto e assistito“. Commento riportato in questo articolo.

Il commento apre al tema di cosa sia la "povertà vera", se la mendicità vi rientri e, in definitiva come possa essere affrontata. Ma il discorso si sposta di molto.


http://www.lastampa.it/2018/10/19/cronaca/mattarella-cancella-lordinanza-anti-elemosina-H027GH2oasUsPbVo1almyM/pagina.html

http://www.ilcarmagnolese.it/mattarella-ordinanza-anti-accattonaggio/

http://www.ilcarmagnolese.it/divieto-accattonaggio-sul-territorio-comunale/

https://www.avvocatodistrada.it/wp-content/uploads/2018/10/KARMADONNE-E-AVV.-DI-STRADA-parere-del-Consiglio-di-Stato.pdf

https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=R6KVNF5GZ6GMHBVGWMMDXFRVCE&q=carmagnola

lunedì 22 ottobre 2018

La Pacchia infinita a Castelnuovo Scrivia

Alla base di questo blog c'è un'idea: parlare di luoghi e di persone e proprio per questo, di politiche,  di politica, In questo post mi occupo di una storia delle campagne piemontesi di questi anni; la storia si svolge a Castelnuovo Scrivia, comune di 5000 abitanti e poco più, fra Tortona e Voghera, al confine fra il Piemonte e la Lombardia. Un comune di provincia dell'operoso nord: qualche impresa importante di trasporti e servizi, ma soprattutto un orticoltura intensiva e avanzata, con aziende che lavorano anche per i reparti freschi  della grande distribuzione.
La nostra storia inizia proprio nei campi e nelle serre di Castelnuovo Scrivia,  per poi passare sulle strade e nei tribunali; inizia nel 2012 e non è ancora finita.

Cominciamo dalla fine Il 7 dicembre 2018 è fissata la prima udienza di un processo nato dalla citazione in giudizio con la quale i Lazzaro (padre e figlio), imprenditori agricoli di Castelnuovo Scrivia, chiedono oltre un milione e mezzo di euro come risarcimento danni a ventisei tra braccianti e sindacalisti a seguito delle proteste da questi organizzate nell'estate del 2012. 
Ma i Lazzaro stessi pochi mesi fa sono stati condannati, in un altra causa, per maltrattamenti e violazione delle norme sull'immigrazione, ai danni degli stessi lavoratori stranieri che erano impoegati come braccianti in una delle loro aziende e che adesso hanno citato in giudizio per danni.  Bruno Piero Lazzaro  (titolare) e Mauro Lazzaro (gestore) hanno patteggiato 1 anno e 7 mesi di reclusione. La loro impegata Ilaria Battitustata è invece stata condannata ad 1 anno e 3 mesi di reclusone per il solo reato di maltrattamenti.

La vicenda risale al 2012. Bruno e Mauro Lazzaro hanno più di un'azienda agricola, producono ortaggi per la grande distribuzione, ad esempio il Bennet e nelle loro aziende lavorano molti braccianti stranieri. Nel giugno del 2012 i braccianti di una delle aziende dei Lazzaro si fermarono, per chiedere il pagamento dei compensi arretrati e per chiedere migliori condizioni di lavoro. Lamentavano la paga troppo bassa, gli insulti.
Venivano pagati fra trecento e quattrocento euro al mese, per lavorare dalle 6 alle 22, senza possibilità di allontanarsi dal luogo di lavoro, con un'ora di di pausa per il pranzo, ma senza avere a disposizione un luogo riparato dove consumare il pasto (che si portavano da casa) e senza servizi igienici.
La protesta si organizzò diventando un presidio sulla strada davanti all'azienda agricola e venne sostenuta da sindacati e  movimenti di difesa dei diritti umani.  lamentavano
Alcuni braccianti vennero subito licenziati e sostituiti con altri di orgine indiana.; ma il presidio resistette per diversi giorni attirando infine anche l'attenzione dei media di livello sia locale che nazionale, che accesero i riflettori su una realtà di sfruttamento fino allora percepito come un fenomeno specifico del sud italia.

Sul fronte giudiziario la vicenda ha avuto un iter assai complicato.  I braccianti, assistiti dall'associazione Presidio Permanente di Castelnuovo, sono parte offesa nel processo penale a carico dei Lazzaro, I quali a loro volta  hanno trascinato il tribunale i braccianti e un membro dell'associazione per occupazione e minacce  Ci sono poi le cause davanti al giudice del lavoro per l'ottenimento dei compensi dovuti che, secondo l'associazione Presidio Permanente ammontano a 274.303 euro.

http://www.lastampa.it/2018/07/01/alessandria/gli-imprenditori-agricoli-di-castelnuovo-scrivia-chiedono-ai-braccianti-un-milione-e-mezzo-di-risarcimento-w2t5qdb2EmEPuXOT7yU4kI/pagina.html

http://www.alessandrianews.it/provincia/maltrattamenti-violazione-norme-sull-immigrazione-condannati-due-imprenditori-castelnuovo-158257.html

http://www.ilpiccolo.net/home/2017/10/25/news/riprende-il-processo-a-carico-dei-braccianti-di-castelnuovo-scrivia-3375/

http://web.rifondazione.it/home/index.php/12-home-page/12481-la-giusta-lotta-dei-braccianti-di-castelnuovo-scrivia

http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2012/07/17/news/sfruttavano-i-braccianti-indagati-per-schiavitu-1.5419899

domenica 21 ottobre 2018

Gaza. Rimandata la demolizione di Kahn al Ahmar

La demolizione del villaggio beduino di Kahn al  Ahmar è stata temporaneamente sospesa dal governo di Israele.
Un grande risultato dell'attenzione e della pressione internazionale per il rispetto dei diritti umani in Palestina.

https://www.aljazeera.com/news/2018/10/israel-freezes-palestinian-village-khan-al-ahmar-demolition-order-181021062237612.html

mercoledì 17 ottobre 2018

Agromafie ed ecomafie. L'Italia nell'illegalità


Agromafie ed Ecomafie, RLM 24/9/2018

Raccontiamoci le Mafie, (dal 23 al 30 settembre 2018) a Gazoldo degli Ippoliti (MN), è da 4 anni un appuntamento importante di approfondimento e conoscenza sulle mafie e il loro impatto sulle persone, il territorio, la politica e l'economia.
Si tratta, con le parole degli organizzatori, di una "rassegna di autori, libri e arti su mafie, legalità, giustizia e impegno civile promossa e organizzata dal Comune di Gazoldo degli Ippoliti in collaborazione con Avviso Pubblico.
In questo video l'incontro dedicato ad agromafie ed ecomafie. Con numeri impressionanti. Da ascoltare. Ma si possono visionare tutti gli incontri sul canale youtube dedicato

C'è sindaco e sindaco

Riace. Fonte: http://www.umanitanova.org
Il Sindaco di Riace è stato arrestato il 2 ottobre 2018 e posto agli arresti domiciliari come misura cautelare rispetto alle accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti; ne abbiamo parlato in questo post e in questo. Per inciso, il GIP nel convalidare gli arresti per questi due capi d'accusa aveva fatto cadere tutta una serie di ipotesi di reato decisamente più gravi a suo carico, formulate dalla Procura di Locri, riconoscendo che nessuna condotta è stata finalizzata alla sottrazione di risorse oppure all'arricchimento personale. Ieri, 16 ottobre, il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso di Lucano e revocato gli arresti domiciliari, imponendo però a Lucano il divieto di dimora nel Comune di Riace. Il sindaco dovrà dunque vivere altrove fino alla conclusione del processo.

Colpisce la severità del provvedimento, specialmente in rapporto a situazioni comparabili che hanno riguardato altri sindaci.

Il Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà
Ad esempio, senza andare lontano da Riace, il sindaco di Reggio Calabria, Falcomatà, assieme ai due sindaci precedenti, dal 20 settembre scorso risulta indagato per inadempimento di contratti di pubbliche forniture, omissioni di atti di ufficio, disastro ambientale, getto pericoloso di cose ed attività di gestione non autorizzata di rifiuti, con smaltimento illecito degli stessi, nell'ambito di un inchiesta che ha portato al sequestro di 14 depuratori nel reggino. Falcomatà figura anche in un rapporto dei ROS allegato all'inchiesta Teorema sugli affari della cosca Libri, nel quale si documentano i rapporti fra cosca e sindaco. Che però, a differenza di Mimmo Lucano, è a piede libero. Potrebbe addirittura ricandidarsi.

Andiamo al nord, in provincia di Monza, il 28 settembre 2017 la giunta (Lega Nord) è caduta per effetto delle dimissioni di tutti i consiglieri che in questo modo hanno cercato di evitare il commissariamento del comune per infiltrazione mafiosa. A travolgere l'amministrazione l'indagine della Procura di Monza e della DDA di Milano sugli affari della 'ndrangheta in Brianza.
L'ex Sindaco di Seregno, Edoardo Mazza
Il sindaco di Seregno, Edoardo Mazza, arrestato a fine settembre 2017, viene rimesso in libertà un mese dopo dal GIP di Monza e, diversamente da Lucano, ma similmente a Falcomatà, anche lui attende la conclusione delle indagini e il processo a piede libero. Le indagini sul primo troncone dell'inchiesta si sono chiuse a marzo 2018 e l'ex sindaco è stato rinviato a giudizio, assieme al costruttore Lugarà, per corruzione; nello specifico per avere (è l'accusa con cui va a processo) agevolato il piano urbanistico del costruttore relativamente all'edificazione di un centro commerciale, in cambio di voti nella campagna elettorale del 2015, vinta dallo stesso Mazza quale candidato della coalizione di centrodestra. Corruzione e voto di scambio insomma.

Casi ce ne sono altri, numerosi, che diventerebbe lungo e noioso proseguire l'elenco; ma già questi due esempi, che uniscono l'Italia da nord a sud, mostrano come la pericolosità sociale di Domenico Lucano, accusato di avere violato procedure non a scopo di arricchimento personale ma per fornire aiuto umanitario agli immigrati e per far funzionare il proprio progetto di accoglienza diffusa, sia giudicata più severamente di quella di altri sindaci, accusati di fare affari con la mafia oppure di gestire illegalmente e malamente il ciclo dei rifiuti con grave danno ambientale; al punto che mentre Lucano si vede comminare il divieto di risiedere nel  proprio comune, gli altri due attendono a piede libero e senza restrizioni il loro processo.

Sulle ragioni di questa disparità di trattamento ognuno può trarre da sé il giudizio che preferisce.




venerdì 12 ottobre 2018

La Consulta di Valle Sauglio. Appunti di storia locale

Manifesto elettorale
Consulta Valle Sauglio
Su Piazzale Europa vogliamo occuparci di luoghi e parlare della loro gestione e trasformazione. Di politica insomma, e di vita. E preferiamo farlo, laddove possibile,  grazie alla collaborazione e apporto di chi ha vissuto i luoghi e le politiche di cui si parla. Per aprire anche uno spazio di memoria, che aiuta sempre la riflessione.
Grazie alla cortesia di Adriana Cortassa, sindaco di Trofarello fra il 1993 ed il 2001, abbiamo la possibilità di mostrare alcune immagini che ci consentono di riaprire alla memoria un evento di partecipazione molto importante, tenutosi ormai quasi 21 anni fa: le elezioni della Consulta della Frazione di Valle Sauglio.

Lo Statuto del Comune di Trofarello dedica la sua Parte III° alla Partecipazione Popolare e, con l'Art 51, specifica che, ai fini della "Valorizzazione e promozione della partecipazione" [...] "Il comune valorizza le libere forme associative e cooperative, promuove organismi di partecipazione dei cittadini all'amministrazione locale anche su dimensione di borgata o di frazione." e che a questo scopo il Comune "interviene attraverso: a) incentivazioni di carattere tecnico-organizzativo o economico-finanziario; b) informazioni sui dati di cui è in possesso l'amministrazione;  c) consultazioni riguardanti la formazione degli atti generali."
26/10/1997  Consulta Valle Sauglio, il seggio. Foto A. Cortassa
Così l'art. 56 riserva al Sindaco la facoltà di convocare e presiedere Consulte "relative a settori di particolare rilevanza per l'azione comunale." composte dai "rappresentanti delle forme associative portatrici degli interessi settoriali rilevanti e da cittadini di particolare qualificazione ed esperienza.". L'art 57 però, che riguardava le consulte di frazione e di borgata risulta purtroppo abrogato successivamente al 2001.
Ma nel 1997, il 26 ottobre, si tennero le elezioni per la costituzione della Consulta  della Frazione di Valle Sauglio.  Si tratta probabilmente dell'ultimo momento di partecipazione locale istituzionalizzata e, per questa ragione, la sua documentazione e memoria risulta particolarmente significativa.
26/10/1997  Consulta Valle Sauglio. Elettori in attesa.  Foto A. Cortassa
Pertanto si invitano tutti coloro che hanno ricordi relativi alla Consulta di Valle Sauglio, o immagini e le vogliano condividere per arricchire questo blog, di inserire liberamente le loro osservazioni o, se preferiscono, scrivere a g.mantoani@alice.it.






martedì 9 ottobre 2018

Gerusalemme e "dintorni"

Gerusalemme, il muro. Foto di Fiorella Fausone
Gerusalemme: le donne marciano insieme per la pace! (Vedi il post dedicato)
Parto da qui per ritornare alla serata di venerdì scorso (5/10/2018) al Centro Marzanati a Trofarello: "Un Ponte per Gaza. Rassegna di cortometraggi di vita quotidiana in Palestina".  La serata è stata indubbiamente interessante ma credo vada implementata da alcune precisazioni. Partendo dal presupposto che "gli stati devono essere due" (che quindi gli arabi abitanti la zona israeliana hanno DIRITTO ad avere uno Stato e non è scontato per tutti) credo che venerdì si sia parlato di "Colonie e Coloni" senza precisare perché gli insediamenti fanno comodo al governo e, soprattutto, CHI SONO I COLONI.
 
L'attuale governo di Bibi Netaniau - definiamolo, per sintesi, molto conservatore - ha bisogno dell'appoggio dei partiti di dx ed estrema dx a cui fanno riferimento i movimenti religiosi dell'ebraismo ortodosso e ultraortodosso che abitano, per tornare all'argomento della serata, le colonie. In questo momento politico, con il governo americano di Trump, Netaniau si è, purtroppo, persino rafforzato!!!! L'ebraismo ultraortodosso è mal sopportato,se non osteggiato,dagli stessi ebrei che abitano Israele e non solo poichè vivono (essi stessi ), volutamente, ai margini della società (perchè chiusi nei loro mondi fermi alle società dell'Europa dell'Est del 1800 o giu di lì , ed i romanzi di Singer) ma anche perchè si sottraggono (con l'aiuto di questo governo) al servizio di leva (due anni obbligatori per maschi e femmine), non mandano i loro figli in scuole "laiche", tentano di imporre abitudini derivanti dalla loro visione della Torah (ad esempio chiusura, dal venerdì sera al sabato sera di parcheggi, mercati ecc).
Tutta questa lunga premessa per dire che, in questo momento, mi sembra lontana la possibilità di trovare una soluzione ragionevole al conflitto israelo palestinese per i motivi che ho provato a dire. Nel contempo credo sia utile osservare la società israeliana nel suo complesso per osservarne tutte le componenti

venerdì 5 ottobre 2018

Becky e OPL 245. Riace e Milano. E la Nigeria. E la giustizia.


Piattaforma petrolifera. (fonte www.recommon.org)
Il sindaco di Riace,  Domenico Lucano, ieri ha sostenuto l'interrogatorio di garanzia presso la Procura di Locri; sospeso dalla funzione, aspetterà agli arresti domiciliari il processo nel quale dovrà risponere di irregolarità nell'assegnazione della raccolta differenziata e di avere favorito il matrimonio di una donna nigeriana con un uomo italiano, al solo scopo di non farla rimandare in Nigeria. Ne abbiamo parlato in un post del 2/10

Va detto che Lucano si difende ottimamente da sè: "C'è chi mi accusa di non aver rispettato le regole ma forse la Costituzione italiana la rispetto più io di molti che si nascondono dietro "le regole". La prima regola della Costituzione italiana che nasce dalla Resistenza è il rispetto degli esseri umani. E non hanno colore della pelle o nazionalità".  

Nondimeno, qualche ragonamento viene voglia di aggiungerlo. Il matrimonio, come è noto, è un'istituzione che, al di là degli stereotipi sull'amore romantico è disciplinato da una serie di articoli del Codice Civile, in particolare il 143, che definisce obblighi e doveri reciproci dei contraenti.
Aggiungi didascalia
Fra questi, sicuramente un posto di rilievo è dato all'obbligo di reciproca assistenza morale e materiale fra i coniugi, che nell'art 143 viene elencato per secondo, mentre -ad esempio -l'obbligo della coabitazione viene per ultimo.
In altre parole il matrimonio si contrae, fra le altre cose, per garantire e garantirsi protezione sociale ed economica.  Cos'altro avrebbe ottenuto Lucano per la donna nigeriana aiutandola a maritarsi con un suo conterraneo se non protezione sociale? Non è andato affatto lontano dal Codice Civile, dunque. E però, oggi, Mimmo Lucano è agli arresti domiciliari con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Becky Moses e i resti della baracca in cui è bruciata
La donna in questione era scappata della Nigeria che è un paese da cui va via molta gente; e molta ne viene in Italia, perchè i dati dicono che in questi anni la Nigeria è sempre stata fra i primi paesi di provenienza di migranti e richiedenti asilo.
Che il Sindaco di Riace avesse ragione a fare come ha fatto lo dimostra la storia di Becky Moses, ventiseienne, morta bruciata a Rosarno (paese in mano alla 'ndrangheta, a 60 km da Riace) lo scorso gennaio, nel rogo della baracca dove dormiva.
Arrivata in Italia nel dicembre 2015. Becky Moses ha vissuto a Riace fino a dicembre 2017, finchè la sua richiesta di asilo è stata rifuutata. Il 3 gennaio 2018 ha dovuto lasciare Riace; ed è andata a proprio a Rosarno; da clandestina è finita nel racket della prostituzione. Il 28 gennaio, meno di un mese dopo, è morta nel rogo della baracca in cui viveva clandestinamente. Lucano aveva presente la sua storia quando consigliava all'altra ragazza di sposarsi qui.

Ma ci sono altri Italiani che si occupano della Nìgeria, non per aiutare i rifugiati che arrivano sulle nostre coste,  tuttavia, ma piuttosto per "aiutarli a casa loro" come amano dire i politici si governo, qualunque sia il loro partito, dal Pd alla Lega-M5S.  Per questo voglio brevemente ricordare, tenendola vicina per paragone con quella di Domenico Lucano, un'altra storia che parte dalla Nigeria e arriva in Italia, questa volta a Milano e come quella coinvolge la giustizia. Anche qui c'è un italiano che sta affrontando un processo, anche se questo lo affronta a piede libero,  continuando a fare il proprio lavoro.

Mappa concessioni petrolifere offshore Nigeria
Al largo del delta del Niger, davanti alle coste della Nigeria, lo spazio marino è suddiviso in zone di concessione, prospezione e sfruttamento petrolifero denominate OPL  (Oil Prospecting License). Una delle zone più ricche è la OPL 245, stimata della capacità produttiva di 9,23 miliardi di barili di greggio. Al prezzo attuale significa che ha un valore di oltre 700 miliardi di euro. Nel 2011 Eni e Shell hanno comprato questa concessione con un'operazione del valore di 1,3 miliardi di euro. Un grosso affare che però ha finito col portare i suoi protagonisti in tibunale  con l'accusa di corruzione internazionale per tangenti che superano il miliardo di euro.

Claudio Descalzi, AD ENI
In questi giorni iniziano gli interrogatori anche per questo processo, a Milano, che vede coinvolto un protagonista del tutto diverso da Minmo Lucano: è Claudio Descalzi (per un approfondimento sul processo per corruzione internazionale contro ENI quarda questo post).
Ingegnere, milanese, 63enne, con una brillante carriera in ENI nel settore dello sfruttamento petrolifero in Africa, Descalzi è un protagonista del tutto diverso da Mimmo Lucano. Dal 1994 opera in Africa per ENI, nel 2000 è nominato direttore dell'area geografica Italia, Africa e Medio Oriente. Nel 2006 diventa vice direttore generale di Eni nella divisione Exploration & Production, Nel 2014 è nominato dal governo Renzi al vertice dell'ENI.
Ma, nel 2014 Descalzi è indagato per corruzione internazionale dalla Procura di Milano, assieme al suo predecessore ed altri funzionari. L'ipotesi investigativa è che una mazzetta da un miliardo di dollari sia stata ripartita tra nigeriani e italiani: 800 milioni agli africani, 200 agli europei, per ottenere i diritti di sfruttamento della cncessione offshore OPL 245.
Da allora l'inchiesta ed il processo vanno avanti, in modo anche complicato e difficile perchè coinvolge anche la Shell e una società controllata dall'ex ministro del petrolio nigeriano Dan Bete, che in veste di ministro aveva assegnato alla propria società la concessione, e tramite questa l'ha poi rivenduta a ENI e Shell.
 Inutile dire che, del miliardo e passa di dollari, nelle casse del governo nigeriano non è arrivato nulla. In politiche a sostegno della popolazione non è arrivato nulla

Il delta del Niger è una delle zone più inquinate del mondo, dove l'industria estrattiva ha causato oltre 7000 incidenti negli ultimi 50 anni, 2/3 della popolazione vive in estrema povertà. Le proteste delle popolazioni locali nei confronti delle compagnie petrolifere hanno portato le compagnie a chiedere l'intervento del governo per difenderle e si sno verificati anche interventi armati del governo stesso  contro la popolazione.

Forse da lì arrivavano  sia Becky Moses che la ragazza aiutata da Mimmo Lucano, donne a cui non viene riconosciuto il diritto di asilo perchè non scappano da un conflitto internazionalmente riconosciuto ma anzi da un posto dove li stiamo aiutando a casa loro. Eppure, a differanza del Sindaco di Riace, l'Amministratore Delegato di ENI, all'origine di un fiume di denaro che ha alimentato la corruzione e che schiaccia la gente del delta del Niger (il processo dirà se sapeva di corrompere oppure no), affronta il suo processo  a piede libero, lavorando tranquillamente. Pecunia non olet.



Un po di riferimenti:

http://www.nigrizia.it/notizia/tangenti-eni-shell-iniziano-gli-interrogatori/notizie

https://www.ilpost.it/2018/10/02/sindaco-riace-domenico-lucano-arrestato/

https://www.ilpost.it/2018/10/02/sindaco-riace-domenico-lucano-arrestato/

https://www.osservatoriodiritti.it/2018/05/16/eni-nigeria-corruzione-processo-opl-245/

https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2014-07-05/quella-corsa-giacimento-ex-ministri-e-mediatori-081730.shtml?uuid=AB1lYuXB

https://it.reuters.com/article/topNews/idITKBN1KA1XN-OITTP

http://www.nigrizia.it/notizia/tangenti-eni-shell-iniziano-gli-interrogatori/notizie

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Claudio_Descalzi


https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/04/08/megatangente-eni-nigeria-stornati-in-italia-200-milioni29.html

https://www.repubblica.it/economia/finanza/2018/09/20/news/eni_prime_condanne_per_le_tangenti_in_nigeria-206931236/amp/

Eni e la corruzione internazionale in Nigeria

Piattaforme petrolifere. Fonte: "Nigrizia"
Persone, luoghi e politiche. Di questo si occupa il nostro blog. Non può che riempirci di interesse, dunque, il processo per corruzione internazionale in Nigeria che si tiene a Milano ed entra finalmente nel vivo degli interrogatori in questi giorni. Il processo è a carico di ENI e Shell, accusate di  avere gestito un flusso enorme di tangenti, oltre un miliardo di dollari, per accaparrarsi nel 2011 il diritto di sfruttare il giacimento petrolifero off-shore davanti alle coste della Nigeria noto come OPL 245. Fra l'altro, una parte di quei soldi sono "rientrati" in Italia per remunerare vari attori della vicenda, fra i quali spunta anche il nome di Luigi Bisignani, opaco faccendiere itaiano già condananto sia nel processo per la maxitangente Enimont che poi (con patteggiamento) nel processo per la cosiddetta P4.
Claudio Descalzi, AD ENI (www.ilfatttoquotidiano.it)

Due mediatori internazionali sono già stati condannati a giugno, quindi la corruzione è già assodato che ci sia stata. E i soldi venivano da ENI e Shell. Si tratta ora di capire se i vertici dell'azienda sapessero che direzione prendevano i soldi da loro versati oppure no. Fra gli imputati figurano sia l'attuale AD di ENI Claudio Descalzi che il suo predecessore Scaroni.



Nella video-intervista, il commento di Lanre Suraju, presidente dell'organizzazione nigeriana Human and Environmental Development Agenda. (FonteNigrizia, 13/3/2018)



Di seguito un po di riferimenti per farsi un idea

1/10/2018    http://www.nigrizia.it/notizia/tangenti-eni-shell-iniziano-gli-interrogatori/notizie
8/6/2018      https://royaldutchshellplc.com/2018/06/08/more-opl-245-corruption-continues-into-2018/
5/4/2018      https://www.financeuncovered.org/money-laundering/opl-245-scandal-jp-morgan-claims-uk-authorities-gave-green-light-to-transfer-875m-convicted-money-launderer-dan-etete/
13/3/2018    http://www.nigrizia.it/notizia/eni-e-shell-alla-sbarra-il-commento
8/3/2018      https://www.vanguardngr.com/2018/05/opl-245-popular-oil-block/
5/3/2018      https://www.recommon.org/nigeria-caso-eniopl-245/
20/12/2017  https://www.theoilandgasyear.com/news/shell-and-eni-to-stand-trial-over-opl-245/
20/12/2017  https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/12/20/tangenti-eni-nigeria-descalzi-e-scaroni-rinviati-a-giudizio-per-corruzione-internazionale-a-processo-anche-bisignani/4050617/
11/4/2017    https://www.recommon.org/caso-opl-245-ammissioni-della-shell-leni-cosa-dice/
14/10/2014  https://www.nanopress.it/mondo/2014/10/14/inchieste-eni-30-anni-di-scandali/31681/
19/8/2011    https://www.africaintelligence.fr/lae/dossier/nigeria_opl_245_malabu_dan_etete

Una mappa delle cncessioni petrolifere nigeriane offshore https://www.offshore-mag.com/content/dam/offshore/print-articles/Volume%2073/12/1312OFFWestAfricaMap.pdf

Bio Wikipedia di Claudio Descalzi  https://it.wikipedia.org/wiki/Claudio_Descalzi

martedì 2 ottobre 2018

Mimmo Lucano. Ai domiciliari per matrimonio, in terra di 'ndrangheta


Oggi di prima mattina la Guardia di Finanza ha posto agli arresti domiciliari Domenico Lucano, sindaco di Riace, noto per aver salvato il proprio paese dallo spopolamento inventandosi un modello di accoglienza e di integrazione che l'ha fatto nominare fra i 50 uomini più influenti del mondo dalla rivista  Fortune. Si veda a titolo di esempio cosa è Riace in Festival. Festival delle Migrazioni e della Cultura Locale

Questa è la seconda inchiesta che viene condotta in merito alla sua gestione dei fondi (la prima è di un anno fa circa) attribuiti per la gestione dei progeti di accoglienza. La prima non aveva dato riscontri di irregolarità. Nel frattempo gli stessi fondi gli sono stati a lungo bloccati dal Ministero dell'Interno (ancorchè erogati) al punto che Lucano aveva dovuto fare lo sciopero della fame per farli bloccare.

E dunque oggi sono arrivati gli arresti domiciliari, in esito ad una "accurata inchiesta" della procura di Locri relativa a gravi ipotesi di reato sempre relative alla gestione dei finanziamenti.

Mandamento ionico 'ndrangheta
Siamo in Calabria, litorale ionico della provincia di Reggio Calabria, terra tiranneggiata da potenti 'ndrine di criminalità organizzata. a pochi chilometri c'è la Gioiosa Ionica degli Ursino, che hanno anche dei collegamenti solidi con la Locale di Moncalieri, qui vicino a casa nostra, ma che hanno fatto sentire la loro presenza sia a Melbourne che a New York.

A un'ora d'auto da Riace c'è Rosarno, comune sciolto due volte per mafia, dove Salvini si è fatto eleggere, dove è andato a fare comizi nei cui parterre c'erano membri della famiglia Pesce, associata alla famiglia Bellocco, una delle più potenti organizzazioni di narcotrafficanti sul mercato. Salvini a Rosarno, davanti a quella gente, non ha parlato di lotta alla mafia ma di lotta all'immigrazione.
Dicembre 2016, Rosarno.
Arresto di Marcello Pesce, detto "U ballerinu"
E proprio in questa terra, la Procura di Locri indaga  Domenico Lucano per fatturazioni false, procedure violate, violazione della concorrenza, concussione.
Alla fine dell'inchiesta, il GIP scrive che anche se gli indagati "conformavano il loro comportamento ad estrema superficialità, il diffuso malcostume emerso nel corso delle  indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate"
Comuicato del Procuratore di Locri, Dr. Luigi D'Alessio).

Insomma non possono addebitargli nulla.  Lucano risulta un uomo onesto anche quando lo osservi di nascosto. Però, nelle indagini emerge che Lucano e la moglie si prodigano a combinare matrimoni fra donne africane che rischiano di essere cacciate dall'italia e uomini italiani. Con lo scopo preciso di non farle mandare via, anche a costo di superare con decisa noncuranza le norme in materia (documentato dalle intercettazioni riportate). E quindi scatta l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina
“Ferme restando le valutazioni già espresse in ordine alla tutt’altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, delle risorse erogate per l’esecuzione dei progetti S.P.R.A.R. e C.A.S., ed acclarato quindi che tutti i protagonisti dell’attività investigativa conformavano i propri comportamenti ad estrema superficialità, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate”.

Notizia tratta da: https://www.ciavula.it/2018/10/comunicato-procura-locri-sullarresto-di-lucano/
“Ferme restando le valutazioni già espresse in ordine alla tutt’altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, delle risorse erogate per l’esecuzione dei progetti S.P.R.A.R. e C.A.S., ed acclarato quindi che tutti i protagonisti dell’attività investigativa conformavano i propri comportamenti ad estrema superficialità, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate”.

Notizia tratta da: https://www.ciavula.it/2018/10/comunicato-procura-locri-sullarresto-di-lucano/
“Ferme restando le valutazioni già espresse in ordine alla tutt’altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, delle risorse erogate per l’esecuzione dei progetti S.P.R.A.R. e C.A.S., ed acclarato quindi che tutti i protagonisti dell’attività investigativa conformavano i propri comportamenti ad estrema superficialità, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate”.

Notizia tratta da: https://www.ciavula.it/2018/10/comunicato-procura-locri-sullarresto-di-lucano/

 Questa è la colpa di Domenico Lucano, finito agli arresti domiciliari, in terra di "drangheta, sotto un ministro dell'interno che guida un partito condannato per una truffa da 49mln di €. Questa è la colpa di Domenico Lucano, arrestato per avere fatto sposare delle donne allo scopo di non farle ritornare da dove erano scappate.
“Ferme restando le valutazioni già espresse in ordine alla tutt’altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, delle risorse erogate per l’esecuzione dei progetti S.P.R.A.R. e C.A.S., ed acclarato quindi che tutti i protagonisti dell’attività investigativa conformavano i propri comportamenti ad estrema superficialità, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate”.

Notizia tratta da: https://www.ciavula.it/2018/10/comunicato-procura-locri-sullarresto-di-lucano/


Qui la sintesi, ben fatta, da L'Internazionale sul modello di accoglienza messo in atto a Riace da Lucano
“Ferme restando le valutazioni già espresse in ordine alla tutt’altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, delle risorse erogate per l’esecuzione dei progetti S.P.R.A.R. e C.A.S., ed acclarato quindi che tutti i protagonisti dell’attività investigativa conformavano i propri comportamenti ad estrema superficialità, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate”

Notizia tratta da: https://www.ciavula.it/2018/10/comunicato-procura-locri-sullarresto-di-lucano/

lunedì 1 ottobre 2018

Gerusalemme. Le donne marciano assieme per la pace.

Leggo solo oggi la notizia, lunedí 30 settembre, alle 8:30, ma è stata riportata ieri sera da Pietro Giorgio Carena sulla pagina del gruppo Fb: "Porta Palazzo, il mercatino delle idee" ed era stata pubblicata il 23/9 sul sito Bet Mosaico, della Comunità Ebraica di Milano.
Nel post pubblicato qui per mettere in evidenza l'iniziativa "Rassegna di Cortometraggi di vita quotidiana in terra di Palestina" (5/10/2018, ore 21, Centro Marzanati, Trofarello), sottolineavo proprio la relativa invisibilità della questione israelo-palestinese qui in Italia.
Ed ecco la notizia: si tratta della Marcia per la pace che il 20/9/2018 a Gerusalemme ha visto sfilare e cantare assieme 45.000 donne arabe e israeliane.
Guardo sempre telegiornali e siti di informazione, ogni giorno e non l'avevo sentita, da nessuna parte, colpa mia, ma mi rincuora molto (anche se un sito israeliano parla di 4500 e non 45.000 donne; è bello e importante comunque).

La Giornata della Pace è stata organizzata da Women Wage Peace, associazione che riunisce donne arabe e israeliane, persone di tutti gli schieramenti politici, religiosi e laici, alla ricerca di soluzioni di pace giuste e accettabili, necessarie per entrambi i popoli, che vivono e condividono  quella stessa terra.

Penso sempre che anche il popolo israeliano patisce lutti e sofferenze, è vittima e ostaggio di questo conflitto, del proprio governo che lo porta avanti e delle relazioni internazionali che fanno di Israele un irrinunciabile avamposto occidentale in medio oriente, dove la pace serve alla politica meno della guerra.

Eppure anche da parte della società civile israeliana le voci per una ricerca condivisa di soluzioni di pace si levano con coraggio. Vanno ascoltate e sostenute.