Piattaforma petrolifera. (fonte www.recommon.org) |
Va detto che Lucano si difende ottimamente da sè: "C'è chi mi accusa di non aver rispettato le regole ma forse la Costituzione italiana la rispetto più io di molti che si nascondono dietro "le regole". La prima regola della Costituzione italiana che nasce dalla Resistenza è il rispetto degli esseri umani. E non hanno colore della pelle o nazionalità".
Nondimeno, qualche ragonamento viene voglia di aggiungerlo. Il matrimonio, come è noto, è un'istituzione che, al di là degli stereotipi sull'amore romantico è disciplinato da una serie di articoli del Codice Civile, in particolare il 143, che definisce obblighi e doveri reciproci dei contraenti.
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In altre parole il matrimonio si contrae, fra le altre cose, per garantire e garantirsi protezione sociale ed economica. Cos'altro avrebbe ottenuto Lucano per la donna nigeriana aiutandola a maritarsi con un suo conterraneo se non protezione sociale? Non è andato affatto lontano dal Codice Civile, dunque. E però, oggi, Mimmo Lucano è agli arresti domiciliari con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Becky Moses e i resti della baracca in cui è bruciata |
Che il Sindaco di Riace avesse ragione a fare come ha fatto lo dimostra la storia di Becky Moses, ventiseienne, morta bruciata a Rosarno (paese in mano alla 'ndrangheta, a 60 km da Riace) lo scorso gennaio, nel rogo della baracca dove dormiva.
Arrivata in Italia nel dicembre 2015. Becky Moses ha vissuto a Riace fino a dicembre 2017, finchè la sua richiesta di asilo è stata rifuutata. Il 3 gennaio 2018 ha dovuto lasciare Riace; ed è andata a proprio a Rosarno; da clandestina è finita nel racket della prostituzione. Il 28 gennaio, meno di un mese dopo, è morta nel rogo della baracca in cui viveva clandestinamente. Lucano aveva presente la sua storia quando consigliava all'altra ragazza di sposarsi qui.
Ma ci sono altri Italiani che si occupano della Nìgeria, non per aiutare i rifugiati che arrivano sulle nostre coste, tuttavia, ma piuttosto per "aiutarli a casa loro" come amano dire i politici si governo, qualunque sia il loro partito, dal Pd alla Lega-M5S. Per questo voglio brevemente ricordare, tenendola vicina per paragone con quella di Domenico Lucano, un'altra storia che parte dalla Nigeria e arriva in Italia, questa volta a Milano e come quella coinvolge la giustizia. Anche qui c'è un italiano che sta affrontando un processo, anche se questo lo affronta a piede libero, continuando a fare il proprio lavoro.
Mappa concessioni petrolifere offshore Nigeria |
Claudio Descalzi, AD ENI |
Ingegnere, milanese, 63enne, con una brillante carriera in ENI nel settore dello sfruttamento petrolifero in Africa, Descalzi è un protagonista del tutto diverso da Mimmo Lucano. Dal 1994 opera in Africa per ENI, nel 2000 è nominato direttore dell'area geografica Italia, Africa e Medio Oriente. Nel 2006 diventa vice direttore generale di Eni nella divisione Exploration & Production, Nel 2014 è nominato dal governo Renzi al vertice dell'ENI.
Ma, nel 2014 Descalzi è indagato per corruzione internazionale dalla Procura di Milano, assieme al suo predecessore ed altri funzionari. L'ipotesi investigativa è che una mazzetta da un miliardo di dollari sia stata ripartita tra nigeriani e italiani: 800 milioni agli africani, 200 agli europei, per ottenere i diritti di sfruttamento della cncessione offshore OPL 245.
Da allora l'inchiesta ed il processo vanno avanti, in modo anche complicato e difficile perchè coinvolge anche la Shell e una società controllata dall'ex ministro del petrolio nigeriano Dan Bete, che in veste di ministro aveva assegnato alla propria società la concessione, e tramite questa l'ha poi rivenduta a ENI e Shell.
Inutile dire che, del miliardo e passa di dollari, nelle casse del governo nigeriano non è arrivato nulla. In politiche a sostegno della popolazione non è arrivato nulla
Il delta del Niger è una delle zone più inquinate del mondo, dove l'industria estrattiva ha causato oltre 7000 incidenti negli ultimi 50 anni, 2/3 della popolazione vive in estrema povertà. Le proteste delle popolazioni locali nei confronti delle compagnie petrolifere hanno portato le compagnie a chiedere l'intervento del governo per difenderle e si sno verificati anche interventi armati del governo stesso contro la popolazione.
Forse da lì arrivavano sia Becky Moses che la ragazza aiutata da Mimmo Lucano, donne a cui non viene riconosciuto il diritto di asilo perchè non scappano da un conflitto internazionalmente riconosciuto ma anzi da un posto dove li stiamo aiutando a casa loro. Eppure, a differanza del Sindaco di Riace, l'Amministratore Delegato di ENI, all'origine di un fiume di denaro che ha alimentato la corruzione e che schiaccia la gente del delta del Niger (il processo dirà se sapeva di corrompere oppure no), affronta il suo processo a piede libero, lavorando tranquillamente. Pecunia non olet.
Un po di riferimenti:
http://www.nigrizia.it/notizia/tangenti-eni-shell-iniziano-gli-interrogatori/notizie
https://www.ilpost.it/2018/10/02/sindaco-riace-domenico-lucano-arrestato/
https://www.ilpost.it/2018/10/02/sindaco-riace-domenico-lucano-arrestato/
https://www.osservatoriodiritti.it/2018/05/16/eni-nigeria-corruzione-processo-opl-245/
https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2014-07-05/quella-corsa-giacimento-ex-ministri-e-mediatori-081730.shtml?uuid=AB1lYuXB
https://it.reuters.com/article/topNews/idITKBN1KA1XN-OITTP
http://www.nigrizia.it/notizia/tangenti-eni-shell-iniziano-gli-interrogatori/notizie
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Claudio_Descalzi
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/04/08/megatangente-eni-nigeria-stornati-in-italia-200-milioni29.html
https://www.repubblica.it/economia/finanza/2018/09/20/news/eni_prime_condanne_per_le_tangenti_in_nigeria-206931236/amp/
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