martedì 30 aprile 2019

Il Treno della Memoria

Foto scattata da Edoardo Brenta durante la visita ad Auschwitz
Il Treno della Memoria è un vero e proprio progetto educativo e culturale giunto ormai alla XV edizione. L'idea del Treno nasce dalla necessità di riflettere sull'essenza dell'uomo. Ebbene sì, è proprio questo che si indaga andando a visitare i campi di concentramento. 

Si parte per un lungo viaggio alla ricerca di tante risposte, ma in realtà si ritorna pieni di domande. 
Dobbiamo sapere di cosa siamo capaci, occuparci del peggio che siamo in grado di fare, per educarci a non cadervi nuovamente. Per questo andiamo ad Auschwitz.


"E' accaduto quindi può accadere di nuovo, questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire" 
[cit. Primo Levi]

Alcuni degli educatori del Treno della Memoria durante la commemorazione a Birkenau
Ci piace definirci una comunità viaggiante, composta dai partecipanti sempre nuovi e da una rete di organizzatori ed educatori “alla pari”. 


Assemblea plenaria tenuta a Cracovia dai ragazzi del Treno 2
Ogni anno i ragazzi che decidono di partire fremono per sapere cosa si farà durante il viaggio, sono curiosi di conoscere la storia, sono interessati all'argomento, ma nonostante le quattro giornate di formazione che ci proponiamo di fare prima della partenza, non li prepariamo mai abbastanza a quello che andranno a vedere. Visitare i campi di concentramento trasmette tante emozioni, sempre diverse, ma ogni volta infonde uno slancio che si può trasformare in un profondo ragionamento sul presente, e non solo sul passato, generando così un confronto con la contemporaneità. Quello che ci interessa infatti, è ricordare, successivamente approfondire e studiare e, in ultimo, applicare. Ci facciamo portatori di una grande responsabilità che è quella di rievocare la storia, tramutando il ricordo in un punto di partenza per un cambiamento, una presa di coscienza nuova: diventare cittadini attivi o quanto meno più consapevoli.


Pagine di Memoria, la rivista dell'associazione Treno della Memoria
Il Treno della Memoria è un progetto aperto a tutti, quest'anno eravamo ben 4000 ragazzi sparsi per tutta Europa nel periodo che va dalla fine di Gennaio all'inizio di Marzo, tutti con lo stesso obiettivo. 
Invito tutti a parteciparvi, troverete tutte le informazioni necessarie per partire sul nostro sito e ci troverete fisicamente al Salone Internazionale del Libro. Si prevedono incontri e presentazioni volti ad approfondire il tema della Memoria e della Shoah. Presso il nostro stand potrete trovare le pubblicazioni della casa editrice del Museo Statale di Auschwitz e avere informazioni sui nostri progetti. Passate a trovarci allo stand Associazione Treno della Memoria e Museo di Auschwitz dal 9 al 13 Maggio (info).

sabato 27 aprile 2019

Davide Cattai. Giochi inclusivi e responsabilità sociale

Chieri, Parco San Silvestro, giostra inclusiva.
Non abito a Chieri e ho sentito nominare per la prima volta il Parco San Silvestro insieme alla storia della "donazione" di un set di giochi inclusivi, da parte di un'impresa locale, un pomeriggio dello scorso marzo, durante la presentazione di Alessandro Sicchiero come candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative di maggio 2019.
L'idea che un imprenditore decida di impiegare parte dei suoi utili "restituendoli" alla cittadinanza sotto forma di bene comune ha suscitato in me notevole interesse e ho subito chiesto allo stesso Sicchiero la gentilezza di mettermi in comunicazione con i protagonisti di questa iniziativa.
 E' così che sono entrato in contatto con Davide Cattai ed abbiamo concordato di  incontrarci, un mattino, proprio presso l'area giochi del Parco San Silvestro a Chieri.

Oltre ad essere un'ampia area verde, frequentata da ragazzini e mamme con bambini, San Silvestro è anche il "polo sportivo" di Chieri. Vi si trovano lo stadio di calcio, la piscina, la palestra polivalente per la pallavolo e il basket, i campi da tennis e anche, l'abbiamo già detto, una zona attrezzata con giochi per bambini. L'appuntamento era proprio presso quest'area giochi, situata al centro del parco, nei pressi del bar.

Davanti alla preesistente attrezzatura è stata posizionata quella nuova per il gioco inclusivo, fatta installare dalla TrackySat, attraverso un percorso di progettazione e realizzazione durato circa due anni e seguito personalmente dallo stesso Cattai,  che, con giustificato orgoglio me ne mostrato il risultato 

Davide Cattai
L'area si presenta ancora circondata da una barriera che ne impedisce l'accesso, attende ancora la sistemazione di alcuni particolari, di un tappeto erboso circostante, ed un ultima pulizia, prima dell'inaugurazione definitiva prevista per il 4/5.

Cattai mi mostra, con orgoglio, i quattro giochi inclusivi installati, e comincia a spiegare: la giostra girevole è predisposta in modo che possano utilizzarla due bambini con carrozzina contemporaneamente a due bambini normodotati;  la piattaforma ruota su un meccanismo a frizione, per impedirle di raggiungere velocità eccessive.
Poi ci sono un dondolo a molla largo e spazioso, un tabellone per giocare a "Forza 4" ed un altalena a "padellone", che deve ancora essere sistemato, ma è previsto che sia abbastanza ampio da consentire la seduta contemporanea di un bambino e di un adulto accompagnatore. Il tutto è posizionato su una superficie antitrauma, appositamente studiata.

L'area attrezzata coi giochi inclusivi
Ascolto con attenzione. mi colpisce l'attenzione scrupolosa a molte criticità che possono trovare i bimbi disabili e i loro genitori nell'utilizzo dei giochi pubblici e più di tutto mi colpisce l'idea di andare oltre il gioco "dedicato" al disabile, che Cattai definisce un livello di attenzione eccellenzte ma ancora una discriminazione, per approdare al livello del gioco "inclusivo".

La TrackySat è una piccola impresa che si occupa di geolocalizzazione satellitare per la sicurezza di flotte di automezzi. Nulla a che vedere con la disabilità ed il gioco dal punto di vista imprenditoriale. Come è arrivata a questa decisione? Come è stato condotta l'interazione fra una piccola impresa di Villanova d'Asti e il comune di Chieri?

Ormai ha catturato la mia curiosità, voglio saperne di più. Ero arrivato all'appuntamento per raccogliere la storia di un'azienda che ha deciso di utilizzare parte dei suoi utili restituendoli alla comunità nella quale  opera. Mi pareva una storia interessante di responsabilità sociale d'impresa, ma ora ho la sensazione che ci sia di più. Comincio a fare domande. Dove hanno reperito i giochi? Come hanno operato per la scelta? Quanto è costato il tutto? Come hanno preso le varie decisioni?

Insmma ci sono molte domande e molte risposte interessanti, che leggerete nel prosieguo dell'intervista .

martedì 16 aprile 2019

La Comunità Araba di Torino esprime il proprio dolore per il rogo di Notre Dame

Riportiamo ilcomunicato dell'Unione della Comunitã Araba di Torino in merito all'incendio fella Cattedrale di Notre Dame di Parigi.

"L'Unione della Comunità Araba di Torino esprime la sua profonda amarezza, dispiacere e vicinanza a tutti i cristiani, al popolo francese, agli amanti dell'arte e della creatività umana intera per il terrificante incendio che ha devastato la cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Storico capolavoro architettonico e patrimonio della cultura mondiale."

domenica 14 aprile 2019

Gerusalemme, internet, Sarajevo, Milano. Traettorie su Dio, la musica e la convivenza


Goran Bregovic
Ieri sera,  al Teatro degli Arcimboldi di Milano, ho visto il concerto di Goran Bregovic, uno spettacolo ricco e coinvolgente, nel quale un orchestra di 19 elementi tiene uniti fiati, archi, percussioni, un coro maschile e due coriste ed è capace di fondere la tradizione musicale balcanica, quella ebraica e mediorientale con un'attitudine contemporanea, portando concentrazione ed intensità da grande compositore contemporaneo.

 (Qui un servizio RAI sullo spettacolo di Bregovic)
 

Lo spettacolo riporta al pubblico milanese l'ultimo disco di Bregovic, uscito nell'ottobre 2017: "Three Letters from Sarajevo". Si tratta di tre composizioni in cui l'intera orchestra sostiene e accompagna i violini solisti, che suonano di volta in volta secondo le modalità tipiche delle tre tradizioni musicali.
E' un lavoro sulla convivenza pacifica fra le religioni e fra i popoli, un appello e un tributo che Bregovic fa alla propria martoriata città, ma a tutto il mondo, partendo da Gerusalemme per rivolgersi a tutti attraverso Sarajevo.

E' indicativo anche il modo in cui Bregovic presenta il proprio lavoro: dice che le tre lettere nascono dal fatto di avere trovato su internet la storia di una donna, una giornalista della CNN che sente parlare di un vecchio ebreo che da 60 anni tutti i giorni si reca davanti al Muro del Pianto a pregare per la pace fra ebrei, musulmani e cristiani, decide di andare a cercarlo e intervistarlo.

Trovatolo, gli domanda che cosa egli chieda a Dio da 60 anni e il vecchio gli risponde:

" prego da  60 anni per la pace, perchè i nostri figli possano crescere in un mondo senza conflitti e perchè i politici possano lavorare secondo la verità e il bisogno vero dei popoli."

"e dopo 60 anni di preghiere che impressione si è fatta?" domanda la giornalista,

"quella di parlare con un muro" risponde il vecchio "... e che insegnarci a convivere in pace forse non fa parte dei compiti di Dio, dobbiamo imparare da soli".

La storia è vera. La giornalista si chiama Rebecca Smith e lavora per CNN. Il vecchio si chiama Morris Feinberg. Qui un resoconto (e qui un altro, identico) dell'incontro che ha rimbalzato molto in internet fra blog e siti di varia natura.

Da Gerusalemme la storia ha raggiunto Rebecca Smith negli USA per chissà quali canali, magari per passaparola. E lei l'ha raccolta e diffusa attraverso Internet.  Dove l'ha raccolta, a sua volta, Bregovic restituendocela nella forma malinconica, potente e incantevole di tre composizioni, che sono un tributo alla propria città martoriata dalla guerra. E un regalo per tutti.

Ecco le tre "lettere"







giovedì 11 aprile 2019

Ex Fienile a Tor Bella Monaca, Roma. Persone,luoghi e (scuola di) politica.


Questo Blog ha un nome proprio: Piazzale Europa. E questo nome rimanda ad un luogo preciso: l'ampio spiazzo antistante la stazione ferroviaria di Trofarello, sul lato destro per chi esce dalla stazione stessa.  Questo spiazzo è caratterizzato da un imponente edificio, chiamato Ex-Fornaci, un nome che riassume in sè sia il passato produttivo e sia il presente incerto di una struttura ampia e caratteristica, usata attuamente come sede dei Vigili Urbani e come spazio per le "feste pubbliche" al coperto, ma che in passato ha ospitato anche attività associative, feste private (ne abbiamo parlato in questo articolo) e una lunga stagione di concerti e rassegne musicali organizzate dall'omonima Associazione Spazio Ex Fornaci, le cui attività si sono interrotte alcuni anni fa per mancanza di sostegno economico da parte dell'Amministrazione Comunale.

Ma il nostro Blog, anche se ha un nome locale, non guarda solo a questo territorio. Siamo, curiosi e "comparativi", ci piace esplorare i luoghi e sapere come li usano le persone, come li pensano le amministrazioni; perchè per ogni Qui, lo sappiamo, c'è sempre un Là. Se vogliamo, per alzare la mira, il grande poeta Kavafis l'ha detto mirabilmente: è il viaggio che ci fa scoprire, alla fine, il senso di Itaca.

Il nostro Piazzale Europa ed il nostro "spazio Ex", dunque, sono attualmente oggetto di un progetto di riqualificazione che punta a farne un percorso urbano per la ginnastica (eh si, proprio lì vicino c'è anche un campo da calcio semi abbandonato...), decorato anche - si dice - da una mirabile fontana "da terra". Anche questa rappresenta un secondo tentativo, dato che una fontana simile in un altra piazza di Trofarello, anni fa, si dovette rimuoverla perchè allagava la piazza a valle.

L' Ex Fienile di Tor Bella Monaca oggi
Proprio in questo periodo di nuova progettualità, capita che ci arrivino notizie di altri "Spazi Ex" e del modo in cui sono stati utilizzati, degradati e poi ripresi ancora e portati a nuova vita, una vita fatta di centri culturali e di aggregazione fra le persone.  Vogliamo condvidere queste conoscenze, vogliamo parlarne, perchè - parafrasando una vecchia canzone di Sabrina Salerno - "oltre i  cantieri c'è di più".

Lo spazio di cui vogliamo parlare, l'Ex Fienile, si trova nella periferia di Roma, a Tor Bella Monaca. Il territorio era parte di quelle estensioni terriere dell'agro romano (ecco il toponimo rurale di "fienile", passate nei secoli dalla proprietà della Chiesa a ricche famiglie della nobiltà e borghesia capitolina. Nel XIX secolo ne furono proprietari i Borghese che, nel 1937, la cedettero ai Vaselli. Dopo la Seconda Guerra mondiale partirono le lottizzazioni edilizie che rapidamente trasformarono l'agro romano in una periferia popolosa e difficile.  Dopo lunghi anni di abbandono, nel 2001, il cosiddetto "Ex fienile" fu oggetto di un progetto di recupero, vi sorse una 'Casa della Musica', uno spazio pubblico per le arti e la creatività che non venne mai terminato per mancanza di fondi  e l'area tornò successivamente in stato di abbandono.

Lo spazio per le attività culturali
La struttura è stata infine nuovamente "messa a bando" nel 2017 ed il bando è stato vinto da un consorzio di associazioni con capofila l'Associazione 21 Luglio  (che già aveva fatto parte del primo tentativo di recupero) e poi l'Associazione Culturale Psicoanalisi, la Contro-Compagnia Teatrale Sandro Gindro, il Dipartimento di Studi Storici, Filosofico-sociali  e dei Beni Culturali della vicina Università di Tor Vergata.

Lo spazio dell'ex Fienile si dipana su tre piani. I locali comprendono una sala prove e una da ballo, una sala dedicata al teatro, un ufficio con funzione anche di sportello d'orientamento ai servizi, e al piano superiore una terrazza e una cucina con un ampio spazio immaginato per ospitare iniziative culturali e momenti di socialità. Ad esempio è stato attivato un servizio educativo gratuito per i bambini da 0 ai 6 anni: “Bambini al centro” per venire incontro alle famiglie in un territorio dove i posti negli asili nido pubblici sono ben al di sotto della media. E ci sono i volontari di Terra! Onlus, che zappe in mano stanno dando vita ad un orto urbano.
Sul retro della struttura, infine, un palco malconcio e un piccolo anfiteatro di cemento ancora pieno d'erbacce nel 2017 (dove l'abbiamo già visto?) che era la piccola cavea immaginata per ospitare concerti e spettacoli.


Ecco una "visita all'Ex Fienile" reperibile sul sito di Radio Radicale



Proprio in questi spazi, e da queste collaborazioni è nata una "Scuola di Politica" che si intitola Confini al Centro, fatta di lezioni aperte alla cittadinanza e animata dal Prof Piero Vereni, Antropologo della vicina università di Tor Vergata (ne abbiamogià parlato a proposito della "cultura della sicurezza").

Di questa Scuola di Politica aperta alla cittadinanza offriremo prossimamente (col permesso di Piero Vereni) i materiali e i contenuti anche su questo blog, nella speranza che sia da auspicio affinchè, anche a Trofarello, il locale "spazio Ex" possa riqualificarsi come spazio di socialità e di cultura, polo di aggregazione e fontana, si, ma che versi sul paese conoscenze nuove e reti di rapporti fra le persone.

mercoledì 10 aprile 2019

In carne e ossa. Intervista a Lamine Sow su stranieri e lavoro. 3/3

Lamine Sow., CGIL Torino
Nelle parti precedenti di questa intervista (In carne e ossa 1/3 e 2/3) Lamine Sow, il Coordinatore dell'Ufficio Immigrati della CGIL di Torino, ci ha parlato del peggioramento delle condizioni di vita concrete degli stranieri - appunto - in carne ed ossa, per effetto delle varie modifiche alla legislazione  e soprattutto per il clima culturale che questo processo ha creato.
In particolare modo, ci ha detto, le maggiori vittime sono i cittadini stranieri regolari: in Piemonte si tratta di 450.000 cittadini, oltre il 10% della popolazione e della forza lavoro, che porta allo stato un gettito fiscale dieci volte maggiore di quanto non costi l'accoglienza di quelli che hanno bisogno di asilo e assistemza umanitaria.

Abbiamo parlato poi anche del lavoro irregolare e del problema del flusso di migranti irregolari che alimenta il lavoro nero e mette un esercito di persone ricattabili e disperate nelle mani di datori di lavoro senza scrupoli, anche perchè - a di là della propaganda - le espulsioni degli stranieri irregolari (o che commettono reati) non sono possibili (qui un Fact Checking dell'ISPI, che offre alcune spiegazioni geopolitiche, paragonando la diversa performance nei rimpatri fra Germania e Italia nel periodo 2013-2017).
"Le autorità italiane si limitano a consegnare un foglio di via che intima allo straniero di lasciare l'Italia entro 15 giorni e questo (lo straniero da espellere) viene rilasciato, scomparendo nella clandestinità."



Gli accordi "di riammissione" mancano anche perchè i paesi di provenienza non hanno nessuna voglia e nessun interesse di fare accordi di questo genere con l'Italia o altri paesi  europei, perchè loro ricevono dai loro migranti in termini di rimesse molto di più di quanto non ricevano dai paesi europei  in termini di aiuti allo sviluppo (qui alcuni dati tratti da uno studio della Fondazione Moressa, riferiti al 2015). E anzi, non si tratta neanche di un argomento "popolare" di cui parlare nell'altra sponda del Mediterraneo, per cui nessun governo osa parlare ai suoi cittadini di accordi di riammissione firmati coi paesi europei
 Quindi.. questa è la situazione, questi immigrati, qui sono e qui rimangono. Nonostante il Salvini di turno, può gridare tutto quello che vuole, queste persone non se ne andranno da nessuna parte, fino a quando la situazione dall'altra parte del Mediterraneo non cambierà davvero. Al di là di tutti questi discorsi su: Aiutiamoli a casa loro, bisogna fare una politica vera di cooperazione. 

Poi qui ci sono anche delle contraddizioni, perchè questo governo che cosa ha fatto? Altro che aiutiamoli a casa loro: ha messo delle tasse sulle rimesse degli immigrati, tramite i Money Transfer (i servizi bancari per inviare denaro nei paesi di origine). - art. 25-bis nel D.l. 119/2018 - Quindi c'è un'ulteriore tassa che gli stranieri pagano, per potere mandare dei denari ai loro familiari rimasti lì.
Quindi, altro che aiutiamoli a casa loro. Qui siamo di fronte a gente che ruba ai poveri. Gente che ruba ai poveri per dare ai ricchi. Al di là della propaganda, questi sono i fatti.



T
Tornando allo specifico del territorio piemontese, chiediamo a Lamine Sow cosa pensa dell'azione delle amministrazioni locali su queste tematiche.

"In questa fase, anche le amministrazioni locali si fanno influenzare dal clima, perchè tutto il discorso politico e amministrativo ruota intorno a quelle 15.000 persone (i richiedenti asilo). Tutti gli altri aspetti, positivi, vengono affrontati con timidezza. Parlo in generale e non voglio additare nessuno in particolare, però io noto in generale questa timidezza delle amministrazioni nel mettere in risalto i fatti positivi prodotti dall'immigrazione in questa regione.
Parliamo  sicuramente del bilancio positivo fra quanto versato in tasse e contributi e quanto percepito in termini di prestazioni previdenziali e di welfare, Poi però ci sono anche delle vere trasformazioni che stanno interessando alcuni settori del mondo del lavoro e che andrebbero analizzate e conosciute bene.

Un fenomeno che sta modificando il lavoro è la progressiva etnicizzazione di alcuni settori, come quello delle pulizie industriali, della logistica e del trasporto merci... nell'edilizia lo stesso, per non parlare del settore del lavoro domestico. Chi vuol vedere vede, insomma."

"Questa etnicizzazione comporta che gli stranieri nella loro stragrande maggioranza vengono confinati in determinati mestieri e anche coloro i quali hanno delle competenze specifiche difficilmente possono farle valere, perchè, per il mercato del lavoro, "devono" fare deterninati mestieri, proprio in quanto stranieri. E anche questa, secondo me è una sfida da raccogliere."

Abbiamo infine affrontato il tema degli infortuni sul lavoro e delle tutele. Chiedendo  a Sow, senza giri di parole, se "un muratore straniero è più muratore o è più straniero?". In altre parole, la possibilità di farsi male sul lavoro e il tipo di assistenza cambia sensibilmente per il fatto di essere stranieri?

La sua risposta,ancora una volta, è molto netta: "diciamo che lo straniero è più ricattabile, essendo soggetto ad una legislazione definita in quanto straniero. Perchè la legislazione italiana sugli stranieri è una legislazione legata al lavoro. Quindi l'Italia non ha fatto venire delle persone, ma delle braccia: tu finchè lavori hai motivo di stare in Italia;  il giorno in cui perdi il lavoro devi dimostrare il perchè della tua presenza qua.

Ovviamente questo non accade se nel frattempo hai preso la cittadinanza, però la cittadinanza è la conclusione di un lungo processo migratorio... stiamo parlando di dieci anni di residenza, di un reddito stabile, insomma di una integrazione piena, che riguarda un certo numero di presenze, però la stragrande maggioranza degli stranieri regolari non è a quel livello li, e' gente che è soggetta al rinnovo dei permessi di soggiorno, che hanno permessi di soggiorno di un anno o due anni che vengono rinnovati sulla base del lavoro, insomma sono cittadini regolari a tempo determinato.

I permessi sono rinnovati sulla base del lavoro, se tu rimani senza lavoro, ti danno ancora un permesso che dura un anno per attesa di occupazione e se quando scade non hai ancora trovato un lavoro tu non hai diritto di stare in italia. E questo lo sanno anche molti datori di lavoro ed è per questo che possono sfruttare di più gli stranieri, perchè... ti faccio lavorare, così tu  puoi rinnovare il permesso di soggiorno, però alle mie condizioni... Quindi gli stranieri così sono più ricattabili, su tutto.


Abbiamo concluso questa lunga conversazione chiedendo a Lamine Sow di condensare in circa un minuto l'osservazione che ritiene più importante su quanto abbiamo discusso assieme.  Vi proponiamo qui di seguito la sua risposta:





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lunedì 8 aprile 2019

In carne e ossa. Intervista a Lamine Sow su stranieri e lavoro. 2/3



Lamine Sow, CGIL Torino
Nella prima parte dell'intervista  (In Carne e ossa 1/3) il nostro interlocutore, Lamine Sow, ha detto di avere vissuto in prima persona il lungo percorso della legislazione italiana sugli stranieri, vedendo peggiorare gradualmente le condizioni degli stranieri "in carne e ossa". Per questo l'Ufficio Immigrati delsindacato non si occuoa solo di lavoro ma anche, necessariamente, di seguire e aiutare gli stranieri nelle pratiche burocratiche che devono affrontare rivolgendosi ad istituzioni via via più ostili.
Da un punto di vista quantitativo, "..i lavoratori stranieri sono ormai poco più del 10% dei lavoratori; stiamo parlando di cittadini regolari, gente che lavora e paga le tasse, qua, tutti i giorni...dall'IRPEF nazionale all'IRPEF comunale, fino a quello regionale. Sono tutti dati che si possono andare a leggere... non sono chiacchiere."

"Anche dal punto di vista dei contributi all'INPS, stiamo parlando di un 10% del gettito di contributi" e si tratta di  una popolazione che versa, ma i percettori di prestazioni pensionistiche sono pochi: "perchè la maggioranza sono giovani, che alla pensione ci arriveranno fra molti anni, se ci arriveranno...
Quindi i lavoratori stranieri danno molto più di quanto ricevono dal sistema pensionistico, ma non solo da quello, anche al sistema delle tasse, che noi sappiamo vengono allo stato e agli enti locali soprattutto dal lavoro dipendente.."
Lamine Sow, 2/4/2019  2/5

"Queste cose sono vere - ribadisce Lamine Sow - sono tutti dati disponibili, basta andare a leggere, chi ha voglia di vedere, studiare e approfondire può farlo, ma di tutto questo non si parla... si parla invece sempre di altro.. come se gli stranieri fossero solo gente che chiede aiuto e assistenza.... no, gli stranieri nella loro stragrande maggioranza... lavorano, fanno i lavori più difficili, più pesanti e più pericolosi, lavorano dal mattino alla sera...lavorano nei weekend... sono in Italia per lavorare; la stragrande maggioranza. Però si preferisce non parlare di questo e parlare di altro.
Se devo riferirmi alla situazione del Piemonte, da noi qui si parla solamente dei circa 15.000 richiedenti asilo. Gli stranieri in Piemonte sono 450.000 persone, il 10% della popolazione, però tutto il dibattito si focalizza sui 15.000 richiedenti asilo.... e gli altri stranieri? Sono qui. Pagano le tasse!"
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Fonte: www.colfebadantionline.it
Facendo un rapido calcolo, i lavoratori stranieri regolari in Piemonte versano la allo stato, solo di IRPEF,  quasi 600 milioni di Euro all'anno (qui un articolo de La Stampa che cita una ricerca in cui, per il 2015, quando i contribuenti stranieri erano ancora solo l'8,6% riportava un gettito di 563,9 milioni di €).
I circa 15.000 richiedenti asilo ne costerebbero meno di un sesto (meno di 100 mln) secondo il sistema precedente (35€ a persona al giorno) e meno di un decimo (intorno ai 50 mln di euro all'anno, cioè 19€ a persona al giorno, contando che circa metà delle domande vengano rifiutate. In realtà, ormai. molte di più) secondo le disposizioni del Decreto Sicurezza. Quindi i lavoratori stranieri in Piemonte danno dieci volte tanto quello che costa l'assistenza agli stranieri che ne hanno bisogno.

Chiediamo a Lamine se, dal suo punto di vista, il cambio di clima che c'è stato col nuovo governo e con le disposizioni del Decreto Sicurezza ha peggiorato la vita non solo dei rifugiati e degli irregolari, ma anche dei tanti cittadini e lavoratori stranieri regolari che abitano nel nostro territorio

Ce lo conferma con risolutezza: "secondo me, le principali vittime del Decreto Sicurezza e del clima che ha creato sono soprattutto i lavoratori stranieri regolari, che sino qui da anni... magari nel frattempo molti di loro hanno preso pure la cittadinanza italiana... però per via del loro aspetto o del loro accento si vede che hanno delle origini non proprio italiane...
Le principali vittime di questo clima sono proprio loro, quelli regolari, perchè  ormai il clima è quello... tutti quelli che sono diversi vengono guardati...con gli occhi della cronaca. Tu puoi essere qui da 20 anni, hai sempre pagato le tasse, i contributi, lavori...  magari nel frattempo sei anche diventato cittadino italiano, perà vieni visto dalla gente per la strada come uno che è appena sceso dal barcone..."



"Questo è ciò che ha generato il Decreto Sicurezza. Però è un efetto voluto, perchè l'immigrazione è stata trattata in un decreto sulla sicurezza  Hanno messo tutto insieme, criminalità, immigrazione, sicurezza... pure le norme sulla cittadinanza; anche l'istituto della revoca della cittadinanza, per alcuni reati (art. 14 del D. L. 113/2018, convertito nella Legge 132 del 1 dicembre 2018. Qui il testo) a quegli stranieri che l'hanno gia ottenuta... tutto serve a creare differenziazioni, serve a dire: tu puoi essere pure italiano, però ricordati che sei naturalizzato, non sei italiano per via del sangue... Anche lì questo governo con le sue politiche va ad interferire, creando questo clima che è pesante, soprattutto per quegli immigrati che qui sono nati e qui sono cresciuti, che non sono immigrati da nessuna parte. Perchè sono nati qui. Il clima è più pesante per loro.

Daisy Osakue, nata a Torino il 16/1/1996.
Per uno come me...che è arrivato qui già da immigrato, quindi mi aspetto ...sono vaccinato, ho già gli anticorpi, posso reagire ..invece i ragazzi che sono nati qua, cresciuti qua...  loro non hanno gli anticorpi. Loro sono indifesi rispetto ad un clima del genere... E questo per ovvi motivi, se tu sei nato a Moncalieri.. ti chiedono: Dove sei nato? Ma sono nato Qua!  
E magari molti di loro non sono mai stati nei paesi di origine dei loro genitori, molti di loro non parlano neanche la lingua dei loro genitori, quindi per loro essere additati come degli stranieri è molto pesante.  

E chi ha delle responsabilità politiche, secodo me, al di là delle strumentalizzazioni, al di là di sinistra e destra, al di là delle campagne elettorali, dvrebbero pensarci bene, perchè stanno facendo dei danni enormi,per la società in generale.

Altra questione che abiamo posto a Lamine è quella del lavoro irregolare.

Castelnuvo Scrivia. Fonte: alessandrianews.it
"Quella del lavoro irregolare oggi è soprattutto una situazione che riguarda i nuovi arrivati. Tanti fra i ragazzi che si trovano qui come richiedenti asilo si trovano costretti ad accettare lavoro in nero. Chi in agricoltura, chi in alcune fabbriche, altri nel settore della logistica, si trovano costretti ad accettare questi lavori in nero perchè sono molto ricattabili, per via della loro condizione, perchè tu arrivi, fai una domanda di asilo, il più delle volte ti viene riconosciuto solo il permesso di soggiorno per ragioni umanitarie... se sei fortunato, perchè tutti gli altri hanno solo il diniego, nel senso che non gli viene riconosciuto niente.  Non ti è stata riconosciuta nessuna forma di protezione, nè come asilo, nè sussidiaria, nè umanitaria.... niente... e insomma lì sei alla mercè dei datori di lavoro con pochi scrupoli...

Chiediamo allora se gli stranieri cui viene rifiutata ogni forma di protezione vengono effettivamente allontanati dal suolo italiano, così come promesso dalla propaganda soprattutto leghista.

"ma no - ci risponde Sow - perchè non è possibile, al di là della propaganda... quello che fanno è darti un foglio di via....  ti danno un foglio dove ti scrivono che tu hai 15 giorni di tempo per lasciare l'Italia... In questo momento l'Italia non ha accordi di riammissione con i paesi di provenienza di tanti immigrati, quindi, anche volendo... non puoi espellere nessuno!"
 


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domenica 7 aprile 2019

In carne e ossa. Intervista a Lamine Sow su stranieri e lavoro. 1/3

Lamine Sow, Uff. Immigrati, CGIL Torino.
Quando qui, a Piazzale Europa abbiamo deciso di occuparci di "stranieri" (leggi qui il post iniziale del: "Dossier #stranieri"), ci è sembrato ovvio occuparci, fra le cose più importanti, del lavoro. Quello regolare, dei molti cittadini di origine straniera che abitano nel nostro territorio e quello irregolare "in nero" (curiosa espressione in questo contesto) dei clandestini, dei rifugiati o richiedenti asilo. E magari anche quello dei molti italiani che vanno a cercare un'opportunità di lavoro all'estero, come stranieri appunto.

Abbiamo deciso,  per cominciare, di farci raccontare  lo "stato delle cose" dal punto di osservazione dell'Ufficio Immigrati della CGIL di Torino e quindi abbiamo chiesto un intervista al suo Coordinatore: Lamine Sow, che ci ha ricevuto negli uffici CGIL di Moncalieri, dove settimanalmente tiene una sede territoriale dello "sportello stranieri".

Lamine Sow, 2/3/2019   1/5


Di origine senegalese, il nostro interlocutore vive in Italia da molti anni ed è all'Ufficio Stranieri CGIL dal 1994. Ci spiega subito che ormai dal 1990, ogni sede della CGIL ha un ufficio dedicato agli stranieri, allo scopo di seguirli e aiutarli in quelle che sono le loro necesstà specifiche in quanto stranieri (pratiche, documenti, ecc), mentre per quel che riguarda il lavoro, gli stranieri sono "come tutti gli altri" e vengono seguiti dalle singole categorie.

Fonte:  Sito  www.nigrizia.it
"...Non c'è nessuna distinzione fra un lavoratore straniero e uno italiano, in quanto lavoratore" ci dice Lamine, "ma, in quanto stranieri, questi sono lavoratori sottoposti ad una legislazione differente, per questa ragione la CGIL si è specializzata sulla conoscenza della legislazione relativa agli stranieri. Per poterli accompagnare e aiutare al meglio."

Lamine Sow si occupa di queste cose da molti anni e ha vissuto le molte modifiche legislative che sono intervenute nel fratempo: "...abbiamo visto nascere i vari provvedimenti, la legge Martelli, passando per la Turco-Napolitano, la Bossi-Fini, fino al recente Decreto Sicurezza... e siamo testimoni di tutti questi passaggi legislativi e di come poi abbiano peggiorato la vita delle persone... in carne e ossa. 
Quindi il nostro ruolo nel sindacato è quello di aiutare le persone per quanto riguarda le pratiche di permesso di soggiorno, ricongiugimento familiare, rilascio di carte di soggiorno.... e poi tutela anche nel mondo del lavoro, perchè c'è questa differenza legislativa che da si che lo straniero, per il solo fatto di essere straniero non ha diritto a determinate cose...
Quindi c'è un lavoro di servizio e c'è anche un lavoro politico di organizzazione degli stranieri all'interno del sindacato per fare anche pesare le loro esigenze"

Abbiamo chiesto al nostro interlocutore di tracciare un quadro della situzione dei lavoratori stranieri nel nostro territorio, se possibile anche con riferimento proprio al contesto della cintura sud di Torino

Non avendo a memoria e  a portata di mano dati specifici sul territorio locale, Lamine ha preferito con onestà fare un discorso più generale, riguardante il Piemonte in modo più ampio e rimandando alla lettura di dati specifici (ad esempio quelli forniti dalla Prefettura di Torino, anche specificamente sul mercato del lavoro, o dall'Osservatorio Regionale sull'Immigrazione) per avere un quadro più dettagliato del territorio locale.

"I lavoratori stranieri - ci dice - sono ormai una presenza strutturale, si tratta del 10% dei lavoratori, che producono il 10% del PIL e sono presenti in tutti i settori, soprattutto in alcuni ovviamente come nell'industria e in particolare nelle piccole aziende, specialmente quelle con meno di 15 dipendenti (dove il sindacato non è presente), nel mondo della logistica e trasporto merci,  nell'edilizia e ovviamente nel mondo del lavoro domestico e della cura alla persona."




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mercoledì 3 aprile 2019

Raunheim. Amici di Trofarello

Trascrivo, di seguito, l’intervista a Jörg Schumann (da anni presidente dell’associazione “Amici di Trofarello), residente a Raunheim (regione dell’Assia, in Germania), comune gemellato con Trofarello.
Il quesito che gli ho sottoposto è, in sostanza, il seguente:
Cosa è stato fatto e per rendere gli immigrati “a loro agio (o, meglio, a casa loro) anche dal punto di vista religioso? Sei a conoscenza di episodi di intolleranza nei loro confronti?"
Premetto che Jörg, interpretando appieno lo spirito del gemellaggio, ha fatto, anni addietro, corsi di italiano e, quindi, porgli domande e raccogliere le risposte non è stato particolarmente difficile!

J.Schumann “premetto che la mia famiglia è di origini polacche quindi, anche i miei nonni, sono stati, per ragioni economiche, emigranti.
 La Germania del dopo guerra è un paese che, per l’abbondanza di offerta lavorativa, ha visto molti flussa migratori.
 Quando ero bambino ricordo soprattutto migranti dall’Italia poi, con il passare degli anni, da paesi sempre diversi: Turchia, Algeria, Marocco, e, più di recente, dai paesi dell’est e anche dall'Asia.
Poiché le persone venivano da noi per lavorare e, dato per scontato che per lavorare bene occorre sentirsi a proprio agio nel paese in cui si vive,  non ci si è neppure posti il problema che dovessero  poter praticare liberamente la loro espressione religiosa per poter vivere meglio e sentirsi parte della società.
Faccio fatica a capire perché tu me lo chieda!!!!! Perché me lo stai chiedendo????? 
A Raunheim, in proporzione alla religione degli abitanti abbiamo: 3 moschee, 2 chiese cattoliche, 2 chiese luterane, 1 chiesa evangelica. Dov’è il problema???? Che io sappia, non si sono mai verificati episodi di intolleranza.
 La mia famiglia ne è un esempio: io sono protestante, mia moglie cattolica e mia figlia ha sposato un ragazzo mussulmano!
Per concludere preciso che a Francoforte, il capoluogo dell’Assia, vi è anche una piccola comunità ebraica.



lunedì 1 aprile 2019

Ne Yi Beeogo ... significa Buongiorno!

Su invito di Moncalieri Comunità abbiamo partecipato all'evento organizzato  il 27 marzo 2019 alle ore 18:30 al Centro Polifunzionale Don Pier Giorgio Ferrero, a Moncalieri, una serata dedicata alla cooperazione e allo sviluppo dal titolo:  "Ne Yi Beeogo Burkina... Buongiorno Burkina!".
Il progetto è nato nel 2002 per volere di 5 comuni del Co.Co.Pa (Coordinamento Comuni per la Pace), Beinasco, Moncalieri, NIchelino, Rivoli e Settimo Torinese e si inserisce nel programma di lotta alla povertà e sicurezza alimentare della Regione Piemonte.
Ne Yi Beeogo Burkina è gestito da due gruppi di lavoro, uno in Burkina Faso e uno in Italia, formati da amministratori, funzionari pubblici, rappresentanti delle associazioni e dal Civs. I due gruppi di lavoro concertano le azioni annuali del progetto, i tempi di esecuzione, i risultati attesi, gli strumenti di verifica. Il Civs esegue il monitoraggio e la valutazione del progetto in Burkina. 

Qualche informazione sul Burkina per chi non lo conoscesse ... In Burkina Faso, che in lingua locale significa "il paese degli uomini integri", vivono quasi 14 milioni di persone su una superficie di 274.000 kmq (più o meno 10 volte il Piemonte). Nel Paese sono presenti, in uno straordinario esempio di convivenza pacifica, oltre 60 etnie. La lingua ufficiale è il francese ma sono molto parlati gli idiomi mossi, morè, dioulà e bobo. La maggior parte della popolazione è legata alla religione animista ma i mussulmani sono il 30% e i cristiani il 10%.
Il territorio è prevalentemente arido e pianeggiante e l'economia si basa essenzialmente sull'allevamento e l'agricoltura: arachidi, karitè, sesamo, cotone, sorgo, miglio, mais, riso e legumi. La popolazione è scarsamente alfabetizzata con percentuali che vanno dal 29% per gli uomini al 10% per le donne. Secondo i parametri ONU è tra i cinque paesi più poveri al mondo.

Durante la serata i relatori, l'Assessore Politiche sociali e abitative, Volontariato e associazionismo, Pace e cooperazione decentrata del Comune di Moncalieri Silvia Di Crescenzo, il Direttore del Co.Co.Pa (Coordinamento Comuni della Pace) Edoardo
Daneo, l'operatrice di Moncalieri Comunità Franca Patera, il responsabile del CIVS dott. Perotti e i referenti delle associazioni in Burkina Faso e in Guinea, hanno presentato alcuni progetti realizzati in questi anni o in fase di realizzazione, finanziati principalmente dalla Regione Piemonte e inseriti nel programma di lotta alla povertà e sicurezza alimentare:


Acqua potabile e gestione sostenibile degli impianti   
Lo scopo del progetto è garantire l'accesso all'acqua alla popolazione riabilitando pozzi spesso inattivi nei villaggi e organizzando il trasporto dell'acqua nelle diverse comunità. I diritti fondamentali come il diritto all'acqua devono essere garantiti a tutti e quando ciò non avviene, dobbiamo impegnarci facendocene carico.
Educazione e Formazione
 E' presente una perfetta sinergia tra scuola e famiglia: i genitori collaborano con gli insegnanti nella scuola nei programmi di educazione  all'igiene, orti scolastici, la costruzione di mattoni in terra cruda. In questo ultimo progetto partecipa la Onlus "Mattone su Mattone", un associazione che persegue finalità di solidarietà in aree depresse nel mondo e il cui obbiettivo è contribuire a risolvere i problemi abitativi di persone economicamente e socialmente svantaggiate, attraverso interventi di autocostruzione assistita, con i materiali localmente disponibili a basso costo e a ridotto impatto ambientale.

Diritti delle donne
Programma di sensibilizzazione rivolto alle donne spesso escluse dalla vita pubblica, soggette a matrimoni forzati, vittime di violenza. Gli obiettivi sono : l'alfabetizzazione e l'accesso al reddito grazie al progetto di produzione di ortofrutta. Il denaro ricavato dalla vendita di frutta e ortaggi autoprodotti, viene reinvestito per migliorare l'alimentazione del nucleo familiare e permette loro di integrarsi nella società.
Punto di lettura e centro giovanile culturale – Guinea
Nell'ambito di Conakry Capitale mondiale del Libro si è deciso di supportare  la costruzione di un punto di lettura  e di un centro giovanile culturale nel quartiere di Ratoma a Conakry.     Progetto in fase di realizzazione e fortemente voluto,  convinti che lo sviluppo sociale ed economico di un paese dipenda dallo sviluppo culturale dello stesso e in considerazione del fatto che il tasso di alfabetizzazione raggiunge solo il 30% e che il costo dei libri è eccessivo rispetto alle disponibilità economiche della popolazione.
La Regione Piemonte  ha già stanziato 10.000 euro per la costruzione del centro ed altri 9.000 euro necessari per completare il progetto saranno raccolti grazie alla solidarietà della società civile attraverso una campagna di crowfounding alla quale "tutti" possiamo aderire.

Al termine della presentazione dei progetti  è stato creato un piacevole momento di aggregazione e condivisione grazie ad un apprezzatissimo aperitivo  etnico a base di the aromatizzato alla menta,  riso alla curcuma con verdure, couscous, polpette di riso e carne e dolci marocchini alla menta e alle mandorle. A concludere la serata la performance de Le Voci di Ariel e la musica e danze dal Burkina Faso a cura dell’Associazione Katouma.

Un modello esemplare di  cooperazione dove, amministrazioni, funzionari pubblici, scuole, associazioni di volontariato e società civile hanno collaborato per dar vita a progetti che contribuiscono a costruire un mondo migliore, superando paure, imparando a conoscersi, a collaborare, a cooperare "insieme", dando ognuno il proprio contributo che non vuole essere un'opera caritatevole ma un espressione di solidarietà collaborativa.