Piero Vereni insegna Antropologia Culturale e gestisce un Laboratorio di Etnografia Urbana, presso la Facoltà di Filosofia dell'Università di Roma Tor Vergata. Nel suo curriculum ci sono anni passati a lavorare come portiere d'albergo per pagarsi gli studi, ricerca sul campo in Macedonia "...a Neos Kafkasos, un paesino di trecento abitanti sul confine tra Grecia
(Macedonia occidentale) e Repubblica (ex Jugoslava) di Macedonia, per
indagare le forme dell’appartenenza tra gli abitanti plurilingue della
provincia (le lingue parlate nel villaggio: greco, slavo-macedone, greco del Ponto e della Turchia,
arvanitika e vlahika) e, ancora, periodi di studio, ricerca e insegnamento a Mitilini (isola di Lesbo, Grecia), Belfast, Venezia, Lubjana (Slovenia).
I suoi interessi di ricerca attuali sono: "l’antropologia
dei media e l’antropologia urbana, con una particolare attenzione per
l’espressione collettiva della diversità e la formazione di identità
politiche intenzionalmente «multietniche»."
Inoltre, da alcuni anni, Vereni insegna anche ai detenuti nel Carcere di Rebibbia, associando alla propria conoscenza professionale dei "margini" culturali e linguistici, anche una competenza diretta su un tipo specifico marginalità sociale: la reclusione (qui un saggio in cui parla di questa esperienza).
Per tutte queste ragioni, le sue specifiche competenze sono particolarmente utili rispetto al nostro approfondimento #stranieri e useremo ancora i frutti del suo lavoro qui su Piazzale Europa; per le stesse ragioni, deve essere sembrato al prorettore alla didattica del suo Ateneo un docente più che appropriato da invitare a partecipare ad un workshop sulla "Cultura delle sicurezza" che si sarebbe tenuto nell'aula di rappresentanza della Facoltà, davanti ad un pubblico costituito prima di tutto da personale delle Forze dell'ordine e personale pubblico
interessato professionalmente alla sicurezza. Funzionari del Ministero dell'Interno insomma.
Vereni ha fatto il suo intervento (potete leggerlo qui) portando il proprio sguardo di antropologo sulla nozione di "sicurezza" e sulle implicazioni sociali del simbolismo legato alle categorie di puro e impuro, ordine e disordine (secondo l'insegnamento ancora fecondo di Mary Douglas), che sono connesse al concetto di "sicurezza" e a tutti i suoi usi di carattere politico.
L'intervento è da leggere con attenzione. I Funzionari del Ministero dell'Interno si aspettavano qualcosa di più rassicurante e celebrativo del proprio ruolo (Vereni racconta nel proprio blog dell'aria ad un certo punto satura di tensione) e il Prorettore, alla fine, non sembrava contentissimo.
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