sabato 23 marzo 2019

Il diritto di Essere. Chiamati per nome.

Don Luigi Ciotti, Fondatore di Libera
«Dobbiamo sentire che il primo diritto di ogni persona sulla faccia di questa terra è essere chiamato per nome. Non sono numeri, non sono casi, non sono utenti, sono persone.»

Con queste parole, Don Luigi Ciotti nell’intervista alla trasmissione televisiva Che Tempo Che Fa in onda domenica 17 marzo sui Rai1, ha sottolineato l’importanza della parola come strumento in grado di ridare dignità.

Il riferimento è alle 15 vittime di caporalato, tutte di origine straniera, inserite da Libera nell’ahinoi già lungo elenco di vittime innocenti delle mafie.
È un abbraccio - così lo ha definito Don Ciotti- con dignità e forza a tutte le vittime dello sfruttamento e della schiavitù.
  L’associazione “Libera - associazioni, nomi e numeri contro le mafie” da sempre si è schierata dalla parte del più debole, per difendere la dignità di ognuno, elemento necessario per la costruzione di giustizia e legalità oggi. E anche questa volta ha accolto e condiviso pienamente il messaggio preciso e concreto del suo fondatore, Luigi.
In un periodo storico in cui la paura del vicino ci ha reso sempre più sospettosi, più arrabbiati, e sempre alla ricerca di un capro espiatorio che viva una situazione di inferiorità sociale rispetto a noi, è indispensabile risvegliare le nostre coscienze, prendendo le distanze da chi fa dell’odio la base per la propria propaganda politica.

Non possiamo accettare di vivere in un clima di terrore e diffidenza. Non possiamo tollerare chi ci propone l’odio e la chiusura come unica soluzione. È necessario tornare a fare rete, a vivere in comunità e la comunità.
Libera, che fin dalla sua nascita abbraccia questi principi, non si è tirata indietro e ha deciso nuovamente di spendersi nella restituzione di dignità anche a coloro che hanno perso la vita a causa dello sfruttamento nelle nostre terre.
Contro tutti i razzismi, contro ogni classificazione, e ancora contro tutte le mafie che fanno della disgregazione sociale un punto di forza nel proprio agire, Libera prende posizione, spendendosi con forza e determinazione, anche se questo -ne siamo consapevoli- può disturbare.

Ed è per questa ragione che Sabato 23 marzo 2019, alle ore 19, durante la marcia che da Villastellone a Santena ricorderà e rinnoverà la memoria e l’impegno di tutte le vittime delle mafie, verranno letti anche i 15 nomi delle vittime del caporalato.
Perché, sempre citando le parole di Don Luigi in una sua celebre intervista, «bisogna parlare di resistenza. Perché la resistenza ha la stessa radice latina di esistere: vuol dire esserci, fare, mettersi in gioco.»

(di Paola Fazzolari, Referente del Presidio di Libera di Santena-Villastellone "Libero Grassi")

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