Alla base di questo blog c'è un'idea: parlare di luoghi e di persone e proprio per questo, di politiche, di politica, In questo post mi occupo di una storia delle campagne piemontesi di questi anni; la storia si svolge a Castelnuovo Scrivia, comune di 5000 abitanti e poco più, fra Tortona e Voghera, al confine fra il Piemonte e la Lombardia. Un comune di provincia dell'operoso nord: qualche impresa importante di trasporti e servizi, ma soprattutto un orticoltura intensiva e avanzata, con aziende che lavorano anche per i reparti freschi della grande distribuzione.
La nostra storia inizia proprio nei campi e nelle serre di Castelnuovo Scrivia, per poi passare sulle strade e nei tribunali; inizia nel 2012 e non è ancora finita.
Cominciamo dalla fine Il 7 dicembre 2018 è fissata la prima udienza di un processo nato dalla citazione in giudizio con la quale i Lazzaro (padre e figlio), imprenditori agricoli di Castelnuovo Scrivia, chiedono oltre un milione e mezzo di euro come risarcimento danni a ventisei tra braccianti e sindacalisti a seguito delle proteste da questi organizzate nell'estate del 2012.
Ma i Lazzaro stessi pochi mesi fa sono stati condannati, in un altra causa, per maltrattamenti e violazione delle norme sull'immigrazione, ai danni degli stessi lavoratori stranieri che erano impoegati come braccianti in una delle loro aziende e che adesso hanno citato in giudizio per danni. Bruno Piero Lazzaro (titolare) e Mauro Lazzaro (gestore) hanno patteggiato 1 anno e 7 mesi di reclusione. La loro impegata Ilaria Battitustata è invece stata condannata ad 1 anno e 3 mesi di reclusone per il solo reato di maltrattamenti.
La vicenda risale al 2012. Bruno e Mauro Lazzaro hanno più di un'azienda agricola, producono ortaggi per la grande distribuzione, ad esempio il Bennet e nelle loro aziende lavorano molti braccianti stranieri. Nel giugno del 2012 i braccianti di una delle aziende dei Lazzaro si fermarono, per
chiedere il pagamento dei compensi arretrati e per chiedere migliori
condizioni di lavoro. Lamentavano la paga troppo bassa, gli insulti.
Venivano pagati fra trecento e quattrocento euro al mese,
per lavorare dalle 6 alle 22, senza possibilità
di allontanarsi dal luogo di lavoro, con un'ora di di pausa
per il pranzo, ma senza avere a disposizione un luogo riparato dove consumare
il pasto (che si portavano da casa) e senza servizi
igienici.
La protesta si organizzò diventando un presidio sulla strada davanti all'azienda agricola e venne sostenuta da sindacati e movimenti di difesa
dei diritti umani. lamentavano
Alcuni braccianti vennero subito licenziati e sostituiti con altri di orgine indiana.; ma il presidio resistette per diversi giorni attirando infine anche l'attenzione dei media di livello sia locale che nazionale, che accesero i riflettori su una realtà di sfruttamento fino allora percepito come un fenomeno specifico del sud italia.
Sul fronte giudiziario la vicenda ha avuto un iter assai complicato. I braccianti, assistiti dall'associazione Presidio Permanente
di Castelnuovo, sono parte offesa nel processo penale a carico dei
Lazzaro, I quali a loro volta hanno
trascinato il tribunale i braccianti e un membro dell'associazione per
occupazione e minacce Ci
sono poi le cause davanti al giudice del lavoro per l'ottenimento dei compensi dovuti che, secondo l'associazione Presidio Permanente ammontano a 274.303 euro.
http://www.lastampa.it/2018/07/01/alessandria/gli-imprenditori-agricoli-di-castelnuovo-scrivia-chiedono-ai-braccianti-un-milione-e-mezzo-di-risarcimento-w2t5qdb2EmEPuXOT7yU4kI/pagina.html
http://www.alessandrianews.it/provincia/maltrattamenti-violazione-norme-sull-immigrazione-condannati-due-imprenditori-castelnuovo-158257.html
http://www.ilpiccolo.net/home/2017/10/25/news/riprende-il-processo-a-carico-dei-braccianti-di-castelnuovo-scrivia-3375/
http://web.rifondazione.it/home/index.php/12-home-page/12481-la-giusta-lotta-dei-braccianti-di-castelnuovo-scrivia
http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2012/07/17/news/sfruttavano-i-braccianti-indagati-per-schiavitu-1.5419899
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