Veduta di Mugnano |
La convinzione che il calcio potesse essere uno strumento potente di integrazione sociale Gargiulo ce l'aveva già nel cuore da tempo; l'idea di fare una squadra e partecipare ad un campionato amatoriale venne quasi di conseguenza; così iniziò l'avventura di Afro-napoli, "con l'obbiettivo di combattere la discriminazione e favorire la convivenza paritaria fra napoletani e miganti", come si legge sul sito internet della società.
Ed è una storia di successi sportivi: l'Afro-Napoli United vince prima i tornei locali e quindi il campionato nazionale AICS; e intanto prende corpo l'idea di fare della squadra Afro-Napoli un progetto sociale e sportivo ambizioso e coraggioso.
Ho raggiunto telefonicamente Francesco Fasano (vicepresidente) e Pietro Varriale (Direttore Sportivo) dell'Afro-Napoli, per farmi raccontare "di prima mano" questa storia e ho trovato due persone aperte, immediatamente disponibili a raccontarsi e raccontare l'avventura, le soddisfazioni e le difficoltà del loro progetto.
Di entrambi mi ha colpito, nella voce, la spontaneità, l'entusiasmo e assieme l'attenzione a misurare ciò che si dice, perché le situazioni dei ragazzi e delle ragazze con cui hanno a che fare sono delicate, difficili. E non sono mancati i problemi. Il primo fra tutti è la difficoltà nel " tesserare" i giocatori per farli partecipare ai tornei.
Francesco Fasano |
La voce si colora di orgoglio quando aggiunge: "è una soddisfazione vedere che diversi di loro continuano a frequentarsi e a frequentare la società, anche dopo essere usciti dalla squadra".
Pietro Varriale |
Fasano conferma da parte sua il messaggio egualitario che viene dalla pratica sportiva: "sul campo non ci sta chi è italiano e chi è straniero, chi è bianco e chi è nero, chi è destra e chi sinistra. Sul campo ci sta chi è più bravo e chi meno. Chi vince e chi no. E alla fine noi vinciamo quasi sempre."
E infatti, dopo i primi tre anni e dopo avere vinto il campionato nazionale AICS, all'Afro-Napoli fanno due conti e capiscono di avere un numero sufficiente di atleti con le carte in regola per essere tesserati dalla FIGC. Decidono dunque di tentare l'avventura dei campionati federali. E i successi continuano: alla prima partecipazione vincono i tornei di terza, seconda e prima categoria e alla, seconda opportunità il Torneo di Promozione.
Ora sono quinti in classifica nel torneo Eccellenza e puntano ad una nuova promozione. Coi meriti sportivi è arrivata anche la visibilità mediatica e l'interessamento anche da parte di club professionistici per inserire gli atleti più promettenti in chiave professionistica.
Il progetto sportivo è ormai apertamente importante: fare dell'Afro-Napoli la seconda squadra di Napoli. E assieme cresce la scommessa culturale: dare sempre maggiore visibilità al loro modello di sport come veicolo di integrazione. Perchè nel bene e nel male, nelle difficoltà e nei successi, dice convinto Francesco Fasano: "il calcio è politica. Chi dice il contrario si sbaglia. Basta vedere cosa sta succedendo adesso col famoso "Decreto Sicurezza". Per noi è sempre più difficile tesserare gli atleti, farli giocare, aiutare a sistemarsi. E questo c'entra eccome con la politica."
Sull'Afro-Napoli,nel 2015, è stato anche girato un film: "L'oro di Napoli" di Pierfrancesco Li Donni. Di seguito il trailer.
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