sabato 30 marzo 2019

Per ogni Qui c'è sempre un Là....

"Per ogni qui, c'è sempre un là..." era un brano di una canzone inserita nel famoso film d'animazione La spada nella  Roccia (Disney, 1963), nel punto in cui Mago Merlino inizia l'educazione pratica del ragazzino Semola, futuro Re Artù.
La relatività di ogni riferimento locale e di ogni identità è detta in poche parole, semplicemente, che un bambino lo capisce subito: qui non significa nulla se non in confronto ad un altrove. Noi non esistiamo se non confrontandoci con Altri. Ne consegue, evidentemente, che ogni forma di discriminazione sulla base dell'origine e della provenienza non è solo odiosa ma anche fondamentalmente dannosa: discriminando e isolandoci in pratica indeboliamo noi stessi.

Questo principio è scritto anche nella legislazione a cui facciamo riferimento: L'Art 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea dice:  "È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale."

L'Art 3 della Costituzione Italiana lo ribadisce:
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."


Se la Repubblica è dunque l'articolato insieme degli enti nazionali e locali che regola la vita del Paese, anche gli enti territoriali devono concorrere per parte loro a realizzare questo principio. Ma come lo fanno?

La Regione Piemonte ad esempio ha aggiunto un ulteriore elemento normativo: la Legge Regionale n° 5 del 23/3/2016   che merita di essere conosciuta. In particolare, l'Art 1 dice:

1. La Regione, nell'ambito delle proprie competenze, opera per dare attuazione al divieto di discriminazione sancito dall'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e dall' articolo 3, primo comma, della Costituzione , per dare attuazione al dovere di assicurare e promuovere l'uguaglianza sostanziale contenuto nell' articolo 3, secondo comma, della Costituzione , nonché per attuare i principi sanciti dallo Statuto regionale .

2. La Regione attua i principi e le finalità della presente legge in raccordo con le istituzioni di parità e antidiscriminatorie locali, regionali, nazionali ed internazionali, promuovendo la collaborazione con gli enti locali e il dialogo con le parti sociali e con l'associazionismo. 
Quindi gli enti locali di livello inferiore (Città Metropolitana e Comuni), le sedi locali degli enti nazionali, le associazioni e le parti sociali sono chiamate - per legge -  a collaborare nell'attuazione di questo principio.  

Ma questo accade davvero nel nostro territorio? Quali azioni vengono realizzate? Quali sono le dimensioni della presenza di cittadini stranieri?
La risposta è molto diversa a seconda dei luoghi. Si va dal comune di Chieri che si fa capofila di un "Sistema di accoglienza del Chierese" o a quello di Santena che ha dato ad un consigliere comunale un'apposita "Delega all'Accoglienza e volontariato sociale", fino ai comuni di Villastellone e Trofarello i cui sindaci si fanno notare, in merito all'accoglienza, solo quando prendono voce per ribadire la loro indisponibilità ad accogliere rifugiati e richiedenti asilo nei propri comuni. 

Per contro, il lavoro dell'associazionismo e delle realtà religiose è intenso, diffuso e capllare su tutto il territorio.

Cercheremo allora di saperne di più, nelle prossime settimane, facendo domande a persone che si occupano della questione sul territorio, sia per ragioni istituzionali che di volontariato.

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