mercoledì 17 ottobre 2018

C'è sindaco e sindaco

Riace. Fonte: http://www.umanitanova.org
Il Sindaco di Riace è stato arrestato il 2 ottobre 2018 e posto agli arresti domiciliari come misura cautelare rispetto alle accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti; ne abbiamo parlato in questo post e in questo. Per inciso, il GIP nel convalidare gli arresti per questi due capi d'accusa aveva fatto cadere tutta una serie di ipotesi di reato decisamente più gravi a suo carico, formulate dalla Procura di Locri, riconoscendo che nessuna condotta è stata finalizzata alla sottrazione di risorse oppure all'arricchimento personale. Ieri, 16 ottobre, il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso di Lucano e revocato gli arresti domiciliari, imponendo però a Lucano il divieto di dimora nel Comune di Riace. Il sindaco dovrà dunque vivere altrove fino alla conclusione del processo.

Colpisce la severità del provvedimento, specialmente in rapporto a situazioni comparabili che hanno riguardato altri sindaci.

Il Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà
Ad esempio, senza andare lontano da Riace, il sindaco di Reggio Calabria, Falcomatà, assieme ai due sindaci precedenti, dal 20 settembre scorso risulta indagato per inadempimento di contratti di pubbliche forniture, omissioni di atti di ufficio, disastro ambientale, getto pericoloso di cose ed attività di gestione non autorizzata di rifiuti, con smaltimento illecito degli stessi, nell'ambito di un inchiesta che ha portato al sequestro di 14 depuratori nel reggino. Falcomatà figura anche in un rapporto dei ROS allegato all'inchiesta Teorema sugli affari della cosca Libri, nel quale si documentano i rapporti fra cosca e sindaco. Che però, a differenza di Mimmo Lucano, è a piede libero. Potrebbe addirittura ricandidarsi.

Andiamo al nord, in provincia di Monza, il 28 settembre 2017 la giunta (Lega Nord) è caduta per effetto delle dimissioni di tutti i consiglieri che in questo modo hanno cercato di evitare il commissariamento del comune per infiltrazione mafiosa. A travolgere l'amministrazione l'indagine della Procura di Monza e della DDA di Milano sugli affari della 'ndrangheta in Brianza.
L'ex Sindaco di Seregno, Edoardo Mazza
Il sindaco di Seregno, Edoardo Mazza, arrestato a fine settembre 2017, viene rimesso in libertà un mese dopo dal GIP di Monza e, diversamente da Lucano, ma similmente a Falcomatà, anche lui attende la conclusione delle indagini e il processo a piede libero. Le indagini sul primo troncone dell'inchiesta si sono chiuse a marzo 2018 e l'ex sindaco è stato rinviato a giudizio, assieme al costruttore Lugarà, per corruzione; nello specifico per avere (è l'accusa con cui va a processo) agevolato il piano urbanistico del costruttore relativamente all'edificazione di un centro commerciale, in cambio di voti nella campagna elettorale del 2015, vinta dallo stesso Mazza quale candidato della coalizione di centrodestra. Corruzione e voto di scambio insomma.

Casi ce ne sono altri, numerosi, che diventerebbe lungo e noioso proseguire l'elenco; ma già questi due esempi, che uniscono l'Italia da nord a sud, mostrano come la pericolosità sociale di Domenico Lucano, accusato di avere violato procedure non a scopo di arricchimento personale ma per fornire aiuto umanitario agli immigrati e per far funzionare il proprio progetto di accoglienza diffusa, sia giudicata più severamente di quella di altri sindaci, accusati di fare affari con la mafia oppure di gestire illegalmente e malamente il ciclo dei rifiuti con grave danno ambientale; al punto che mentre Lucano si vede comminare il divieto di risiedere nel  proprio comune, gli altri due attendono a piede libero e senza restrizioni il loro processo.

Sulle ragioni di questa disparità di trattamento ognuno può trarre da sé il giudizio che preferisce.




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