domenica 26 giugno 2022

30 ANNI DOPO: SERVE UN PASSO AVANTI ANCHE SULLA CITTADINANZA

Nei prossimi giorni (il 29/6 per la precisione), il Parlamento inizierà la discussione in aula di un progetto di legge che punta a riformare le regole relative all'acquisizione della cittadinanza da parte di chi non la possiede "di diritto"  alla nascita.

Il disegno di legge è noto come DdL Brescia (dal nome del suo relatore, Giuseppe Brescia (M5S) Presidente della Commissione Affari Istituzionali della Camera), ma il titolo completo è: Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza ed ha iniziato il suo iter parlamentare  il 23 marzo 2018 (primo firmatario Laura Boldrini), proprio all'inizio di questa legislatura.

             (Ius Scholae spiegato in un minuto. Fonte: La Provincia Pavese)

Con l'esame in Commissione Affari Costituzionali il testo ha condensato diverse proposte di legge sullo stesso tema ed è stato "asciugato" al massimo, per concentrare la norma sui punti essenziali; chi è interessato può leggere qui una breve scheda di sintesi, tratta dagli atti della Camera.

CIò che segue è  invece il "cuore" di quel che potrebbe essere il nuovo provvedimento, se la discussione in aula riuscirà a condurne in porto l'approvazione entro la fine della legislatura.

 "Il minore straniero nato in Italia o che vi ha fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia e che, ai sensi della normativa vigente, abbia frequentato regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno cinque anni, uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale, acquista la cittadinanza italiana. La cittadinanza si acquista a seguito di una dichiarazione di volontà in tal senso espressa, entro il compimento della maggiore età dell’interessato, da entrambi i genitori legalmente residenti in Italia o da chi esercita la responsabilità genitoriale, all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore, da annotare nel registro dello stato civile. Entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, l’interessato può rinunciare alla cittadinanza italiana se in possesso di altra cittadinanza."  

La squadra dell'Afro-Napoli United
La legge vigente è del 1992 (leggi qui il testo del d.d.l, comparato alla norma del 1992); da allora l'Italia è molto cambiata, anche dal punto di vista demografico. La presenza diffusa di ragazzi "di seconda generazione", ma privi di cittadinanza e di riconoscimento proprio negli anni decisivi della loro formazione scolastica è una realtà che alimenta ingiustizie e di conseguenza tensioni.  Talvolta purtroppo anche violenza. 

E' giusto e necessario quindi porre rimedio. Ed é anche sensato ritenere che sia proprio la formazione scolastica a "fare" ed integrare gli italiani, come del resto è già avvenuto in fasi precedenti della storia del nostro paese, sia nei primi decenni della storia unitaria, sia con i grandi flussi migratori dei decenni successivi alla seconda guerra mondiale. 

Il riconoscimento dei giovani italiani nati e cresciuti in Italia, che hanno studiato nelle scuole italiane e parlano la lingua italiana, ma che hanno origini esterne allo "stivale", è ostacolato da una legge "difensiva" nata 30 anni fa in un contesto completamente diverso mentre, allo stesso tempo, persone che hanno i nonni o i bisnonni nati in Italia  possono ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana anche se risiedono altrove e non parlano italiano.

Un concorso per insegnanti. Fonte: Il Mattino.it

Ma la scuola italiana é attrezzata per il compito che  sta di fatto svolgendo e che ora anche il Legislatore potrebbe riconoscerle?

Con il DEF 2022 il Governo ha stabilito di abbassare la spesa pubblica per la scuola dal 4% al 3,5% entro il 2025. Per chiarezza, si tratta di 15 miliardi di euro in meno, all'anno, per i prossimi tre anni; partendo da una spesa già più bassa della media europea, che si attesta al 4,7% del PIL (con punte oltre il 6% come in Svezia e Danimarca). Non è un segnale incoraggiante. 

Ci sono poi problemi "di struttura" per così dire. L'insegnamento dell'italiano come lingua seconda a studenti stranieri segue metodologie e strumenti diversi dall'insegnamento dell'italiano come lingua madre; tanto che esiste una classe di concorso apposita (A023). Ma gli insegnanti che hanno ottenuto il ruolo in questa classe e hanno queste competenze possono insegnare solo nei Centri Provinciali per la Formazione degli Adulti (CPIA). Gli altri devono affrontare il problema ricorrendo a formazioni specifiche e anche potenziando le loro capacità linguistiche nelle possibili lingue veicolari.


E ci sono, in aggiunta, dei problemi legati alle diseguaglianze sociali: la povertà non è omogenea e colpisce assai più duramente i ragazzi di origine straniera: le famiglie con minori e almeno un genitore straniero  che si trovano in condizione di povertà sono il 30% del totale, mentre per le famiglie con minori ed entrambi i genitori  italiani  questa percentuale si ferma intorno al 8%.

Quindi, per riassumere, la scuola disporrà nei prossimi anni di meno risorse,  per rispondere alle difficoltà linguistiche e materiali dell'integrazione.    

A livello locale una possibilità di risposta  a questi problemi è data dall'utilizzo di strumenti come i Patti educativi di Comunità, che aiutano gli istituti scolastici a "fare rete" per avere accesso alle competenze e alle risorse del terzo settore, del volontariato sociale e delle istituzioni disponibili sul territorio e anche, che non guasta, ad accedere a risorse economiche dedicate. Ma per farlo è fondamentale conoscere la dimensione e le coordinate della questione: quanti sono i ragazzi con questo tipo di  bisogno educativo? Quali sono i bisogni formativi degli insegnanti? Di che supporto possono avere bisogno le famiglie? 

Come Movimento dei Cerini APS, nel quadro di CITTA' VISIBILI ci occuperemo nel prossimo autunno dei Patti Educativi di Comunità, in un incontro previsto il 3/10, presso il Centro Marzanati a Trofarello, al quale interverranno Andrea Morniroli e Alessia Zabatino del Forum Diseguaglianze/Diversità e Piera Comba, insegnante, che durante il suo mandato come Sindaco di Barge ha attivato un Patto Educativo di Comunità proprio per rispondere a problematiche di questo genere.  


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