Abbiamo partecipato alla manifestazione di oggi pensando che fosse fondamentale sostenere i giovani che, anche nel nostro paese, hanno finalmente deciso di mettersi in gioco protestando contro le attuali politiche che mettono a rischio l'intero pianeta (meraviglioso il cartellone "Non esiste un pianeta B") e per rivendicare il loro diritto al futuro.
Ma, arrivando in piazza Arbarello, ci siamo subito resi conto che quei meravigliosi giovani in piazza, non avrebbero avuto bisogno di nessun sostegno ... erano una FORZA DELLA NATURA! Dai bambini in carrozzina accompagnati dalle mamme, ai ragazzini delle medie con i loro cartelloni appesi al collo, ai giovani studenti con i loro striscioni "DA ORA SI CAMBIA" - "PUO' DARSI CHE NON SIATE
RESPONSABILI PER LA SITUAZIONE IN CUI VI TROVATE, MA LO DIVENTERETE SE NON FARETE NULLA PER CAMBIARLA" - "CI AVETE ROTTO I POLMONI" - "WAKE UP FOR OUR FUTURE", "SKOLSTREJK FOR KLIMATET! GRETA" ...
Insieme a questo corteo spontaneo, senza bandiere, che ha manifestato contro la violazione dei diritti delle generazioni future, c'era anche da Greta Thunberg (naturalmente solo il suo nome riportato su un cartellone), la quindicenne attivista svedese, che ha lanciato questo movimento globale per il clima e per lo sviluppo sostenibile e che ha davvero contagiato tutti, portando in piazza così tanti giovani come non si vedeva da anni.
Ma chi sono i responsabili di questa devastazione? Quelli che mi pare siano i primi a dover rispondere, siamo noi, la generazione perduta. Quelli che Bruce Gibney (nel suo libro Generation of sociopaths. How the baby boomers betrayed America) definisce i baby boomer, "le persone nate durante il boom demografico tra la fine della seconda guerra mondiale e la metà degli anni sessanta, che hanno lasciato un peso enorme sulle spalle dei figli e dei nipoti. L'economia instabile, le montagne di debiti, l'estinzione degli animali, lo scioglimento dei ghiacciai, è tutta colpa loro". Naturalmente Gibney si riferisce ai baby boomer "attivi in politica e nel mondo delle aziende", ovvero quelli che difendono strenuamente i loro interessi a scapito delle generazioni future ma personalmente allargherei il raggio di azione coinvolgendo tutti coloro che con il loro silenzio hanno accettato che tutto ciò accadesse.
Forse un tempo l'ignoranza portava la politica a pensare che ci si dovesse preoccupare dell'aumento del prezzo del petrolio piuttosto che dell'aumento delle temperature, ma oggi non abbiamo più scuse e nella loro manifestazione i giovani hanno voluto sottolineare la gravità di questo nostro immobilismo.
La crisi climatica è qui, ora, e siamo tutti complici di questa catastrofe, siamo tutti responsabili, e ora più che mai tutti dobbiamo lottare per politiche a difesa del clima, dell'ambiente e dimostrare che non rappresentano una perdita economica come molti asseriscono ma un investimento per il futuro e il benessere delle nuove generazioni!
Come indicava uno striscione "La Terra può vivere senza di noi ma noi non possiamo vivere senza di Lei"
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Dal virtuale al reale, dalle parole ai fatti, oggi i giovani ci hanno insegnato che Facebook può essere un'arma creativa ... in migliaia sono scesi nelle piazze italiane per chiedere alla politica di agire, ora e di smettere di sostenere i pochi che difendono i loro interessi personali a danno dei molti che devono subire i danni da essi causati. Ci viene richiesto un cambio di rotta per difendere il diritto al futuro delle nuove generazioni ... Siamo tutti responsabili, non possiamo negarglielo, non c è più tempo!
RispondiEliminaNon siamo noi i padroni, ma è la Natura ad essere padrona delle Nostre Vite.
RispondiEliminaI ragazzi di oggi vanno interrogati, compresi, ascoltati, capiti. Dopodiché vanno orientati sulla strada giusta a capire che ad esempio, la manifestazione si traduce con semplici azioni quotidiane per cambiare il nostro stile di vita.
Partendo dal clima possiamo dialogare con loro, contaminandoci a vicenda, senza giudicarli e senza strumentarli.
Perché alcune battaglie, come quella di oggi sul futuro del Nostro Pianeta, non hanno colori e bandiere politiche, perché certe battaglie Sono Culturali e la cultura come la conoscenza appartengono a tutti.
Quindi siamo noi più "vecchi" di loro a cambiare approccio e visione sulla nostra vita quotidiana e su come viene interpretata e soprattutto strumentalizzata.
Il futuro non si può strumentalizzare ma solamente costruire tutti insieme.