giovedì 14 luglio 2022

UNA RIUNIONE IMPORTANTE

"Fra il 16 ed il 19 maggio 1974 si svolgeva a Milano un incontro cui prendevano parte Marcello Dell’Utri, Silvio Berlusconi, Gaetano Cinà (legato alla “famiglia mafiosa di “Malaspina”), Stefano Bontade (capo della famiglia mafiosa di S. Maria del Gesù ed esponente fino a poco tempo prima con Gaetano Badalamenti e Luciano Liggio del “triumvirato” massimo organo di vertice di “cosa nostra”), Girolamo Teresi (sottocapo della “famiglia” mafiosa di S. Maria del Gesù), Francesco Di Carlo (“Uomo d’Onore della “famiglia” mafiosa di Altofonte di cui, all’epoca, era consigliere e di cui, in seguito, sarebbe diventato sottocapo). In tale occasione veniva concluso l’accordo di reciproco interesse, in precedenza ricordato, fra “cosa nostra”, rappresentata dai boss mafiosi Bontad
Stefano Bontade
e e Teresi e l’imprenditore Silvio Berlusconi, accordo realizzato grazie alla mediazione di Dell’Utri che aveva coinvolto l’amico Gaetano Cinà il quale in virtù dei saldi collegamenti con i vertici della consorteria mafiosa aveva garantito la realizzazione di tale incontro.


L’assunzione di Vittorio Mangano (all’epoca dei fatti affiliato alla “famiglia” mafiosa di Porta Nuova, formalmente aggregata al mandamento di S. Maria del Gesù comandato da Stefano Bontade) ad Arcore, nel maggio-giugno 1974, costituiva l’espressione dell’accordo concluso grazie alla mediazione di Dell’Utri tra gli esponenti palermitani di “cosa nostra” e Silvio Berlusconi ed era funzionale a garantire un presidio mafioso all’interno della villa di quest’ultimo

 

In cambio della protezione assicurata Silvio Berlusconi aveva cominciato a corrispondere, a partire dal 1974, agli esponenti di “cosa nostra” palermitana, per il tramite di Dell’Utri, cospicue somme di denaro che venivano materialmente riscosse da Gaetano Cinà.”  - Sentenza Cassazione 643/2014, punto 5.1, pag 48


Marcello Dell'Utri
Riassumendo: una sentenza della Cassazione ci racconta che nella primavera del 1974 Berlusconi incontra i vertici di Cosa Nostra, grazie alla mediazione di Dell’Utri e si assicura la loro protezione militare contro rischi di sicurezza e danni alle proprie attività; in cambio Berlusconi versa loro per anni cospicue somme di denaro e si occupa di impiegare le enormi liquidità di cui la mafia dispone (grazie al traffico di eroina con il sudamerica e gli Stati Uniti)

Questa “protezione” e questa enorme disponibilità finanziaria continuano negli anni successivi, alterando gli equilibri finanziari e politici del sistema italiano. Ma chi era e da dove veniva “l’imprenditore Silvio Berlusconi”? Classe 1936, primogenito di una famiglia della piccola borghesia milanese, il padre fece una bella carriera nella piccola Banca Rasini, attiva a Milano ma con sede in Svizzera, fino a diventarne amministratore fiduciario.

Michele Sindona, il "banchiere della mafia"
Nel 1970, in un’operazione ratificata da Berlusconi padre, la Rasini acquisiva una quota della Brittener Anstalt, società di Nassau legata alla Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d’amministrazione figurano nomi come Roberto CalviLicio GelliMichele Sindona e monsignor Paul Marcinkus. Un po’ il gotha del malaffare italiano.

Nel 1983, il 15 febbraio, il giorno dell'operazione "San Valentino", una grande retata della polizia milanese contro le cosche di "cosa nostra" attive a Milano, porta all’arresto di molti importanti correntisti della Banca Rasini, fra cui Pippo Calò, Totò Riina e Bernardo Provenzano; ma fu il “banchiere della mafia” Michele Sindona, dalla sua cella newyorchese, a rendere famosa nel mondo la Banca Rasini citandola al giornalista Nick Tosches  come lo strumento privilegiato per il riciclaggio dei soldi che la criminalità organizzata reperiva attraverso il traffico internazionale di eroina.

Per tornare a Silvio Berlusconi, nel 1961, il brillante neolaureato in giurisprudenza inizia la sua attività di immobiliarista acquistando il suo primo terreno per 190 milioni di lire, grazie alla fideiussione del banchiere Carlo Rasini. Sempre col sostegno di Rasini e altri finanzieri svizzeri fonda nel 1963 la Cantieri Riuniti Milanesi e, nel 1968, l’Edilnord2. Nel 1973 Silvio Berlusconi crea la Italcantieri Srl, grazie ad altre due fiduciarie ticinesi, la Cofigen (legata al finanziere Tito Tettamanti) e la Eti AG Holding (amministrata dal finanziere Ercole Doninelli). Questo in sintesi è il contesto (e le fonti di finanziamento) nel quale e mediante il quale “l’imprenditore Silvio Berlusconi” si afferma come immobiliarista nel decennio fra la metà degli anni ‘60 e la metà degli anni ’70.

Giovanni Leone e Andreotti ai tempi dello scandalo Lockheed
Decennio brillante al termine del quale Berlusconi riceve anche l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro dal Presidente Leone, quello stesso che nel 1978 è  costretto a dare le dimissioni da Presidente della Repubblica per il suo comprovato coinvolgimento nello scandalo Lockheed (corruzione internazionale nella compravendita di aerei da guerra).  

A seguire, nel 1974 Berlusconi fondava a Roma l’Immobiliare San Martino, amministrata da Marcello Dell’Utri mentre a "Milano 2" nasceva la tv via cavo, Telemilano 58, passata poi alle trasmissioni via etere col nome di Canale 5.

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  • Silvio Berlusconi è tuttora attivo in politica (benché reso "ineleggibile"  da una condanna definitiva per frode fiscale) come presidente e leader di Forza Italia, uno dei partiti che sostiene l'attuale governo italiano. 
  • L'ex senatore Marcello Dell'Utri scontata la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa è tornato anche lui ad occuparsi attivamente di politica, patrocinando con successo la canddatura del neosindaco di Palermo Roberto Lagalla. 
  • Stefano Bontate è stato ucciso a colpi di kalashnikov nel 1981, a Palermo, dentro la sua auto ferma al semaforo, per ordine di Totò Riina. 
  • Girolamo Teresi viene ucciso nel 1981, poche settimane dopo il suo "capo" Bontade. 
  • Francesco Di Carlo, espulso da Cosa Nostra ma "graziato" dalla Commissione è stato un grosso trafficante di eroina basato a Londra e venne accusato di essere l'assassino di Roberto Calvi.  È morto di Covid nel 2020 a Parigi. 
  • Gaetano Cinå è morto nel 2006 all'età di 72 anni 
  • Michele Sindona, il "banchiere della mafia" muore nel Supercarcere di Voghera il 22 marzo 1986, avvelenato da un caffè corretto al cianuro di potassio, due giorni dopo essere stato condannati all'ergastolo.










Il Boss 

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