La sede nazionale (abusiva) di Casapound |
Infine, martedì sera a Trofarello, ho assistito alla proiezione del docufilm "Dove bisogna stare" di Daniele Gaglianone, narrazione intima e intensa relativa a quattro donne italiane che non si voltano dall'altra parte quando si imbattono nel dolore altrui e finiscono col dedicarsi ad aiutare migranti in condizioni disperate, fra Pordenone, Como, Cosenza e la Valle di Susa.
Sono, tutte quante, storie a proposito di confini, di "soglie", passaggi liminali (prendendo a prestito il concetto dall'antropologo Victor Turner), ovvero quei confini che, quando li oltrepassiamo, diventiamo diversi.
Le donne raccontate da Gaglianone oltrepassano la loro soglia nel momento in cui incontrano - nel reale - il dolore altrui, proprio quello fisico, di corpi sofferenti e non arretrano, non cercano di rimuovere, ma si dispongono ad intervenire, a prendersi cura. Questo prendersi cura dei corpi le conduce rapidamente ad una profonda trasformazione anche del modo in cui vivono i loro luoghi e le loro relazioni.
Al Salone delLibro di Torino, la presenza fra gli espositori di un editore neofascista entrava insanabilmente in conflitto con la possibilità che Halina Birenbaum, novantenne scrittrice, traduttrice e poetessa ebrea che ha trascorso l’infanzia nel ghetto di Varsavia, e l’adolescenza nei campi di concentramento, accettasse di tenere la propria lezione agli studenti sulla memoria dell'Olocausto. Halina Birembaum testimonia personalmente, ne porta i segni addosso, che il nazismo, il fascismo e tutti i totalitarismi tracciano i loro confini mediante la violenza sul corpo, attraverso l'umiliazione e l'offesa che incide il potere sul corpo del diverso.
Le tensioni a Casal Bruciato, Roma |
Bardonecchia, scarpa abbandnata nelle neve |
Non è casuale che il fascismo si affermi e manifesti anche con la violenza sui corpi e particolarmente su quelli delle donne. Lo dimostra proprio il fatto che è accogliendo l'altro come essere umano e innanzitutto come corpo sofferente che parte la reazione individuale al fascismo ad esempio, anche, nei molti cittadini comuni, lontani dalla politica, che aiutarono gli ebrei a nascondersi e salvarsi dalle deportazioni.
I luoghi perciò vanno difesi, anche e soprattutto quelli più scomodi e più lontani dal centro urbano e sociale. Dopo avere "liberato" il Salone del Libro di Torino, bisogna liberare di CasaPound le periferie italiane; a cominciare da Casal Bruciato ,come ha scritto bene nel suo blog Piero Vereni:
"Più che il banchetto di Altaforte al Salone del Libro va rimosso dalle autorità il gazebo con il presidio di Casapound di fronte allo stabile dove si trova l’appartamento di edilizia popolare assegnato alla famiglia rom che non riesce ad entrare.
“Troia ti stupro” detto da un militante dello stesso partito degli stupratori di Velletri è un’affermazione molto più grave di qualunque cosa possa essere detta nella biografia di Salvini o in qualunque altro libro fascista pubblicato finora da Altaforte."
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